Da una parte c'è chi, come Matteo Renzi, lo vuole cancellare, dall'altra chi lo difende, come il Movimento 5 Stelle per il quale è una bandiera politica: per il reddito di cittadinanza, che dà sostegno economico a 1,5 milioni di famiglie, potrebbero presto arrivare delle modifiche, a partire dall'ipotesi di coinvolgere i centri privati per la ricerca di un lavoro
Un sostegno per 1,5 milioni di famiglie
Ci sono un milione e mezzo di famiglie, per un totale di oltre tre milioni e mezzo di persone, che percepiscono il reddito di cittadinanza, ricevendo un assegno medio di quasi 580 euro. Durante la crisi economica scatenata dalla pandemia il sussidio ha rappresentato per molti l’unica fonte di entrate e un argine contro l’ingresso nella povertà. Ma lo strumento è al centro di polemiche incrociate, a partire da quella di Matteo Renzi che ha annunciato un referendum per cancellarlo.nChi lo difende, 5 stelle in testa per i quali rappresenta una bandiera politica, ammette comunque che il reddito di cittadinanza può essere migliorato e modificato.
Le ipotesi di modifica
Su un punto sembra esserci maggiore accordo: il reddito ha avuto (e può continuare ad avere) un ruolo fondamentale come aiuto economico. Ma la seconda gamba, quella delle politiche attive del lavoro con i centri per l’impiego che avrebbero dovuto aiutare i beneficiari a trovare un’occupazione, non funziona come dovrebbe. Basti pensare che solo il 34% di chi avrebbe dovuto farlo ha sottoscritto un patto per il lavoro. Restano fuori circa 750mila persone che, pur essendo tenute a farlo, non lo hanno firmato. Una delle ipotesi in campo riguarda l'idea di coinvolgere anche i centri per l’impiego privati, e fare in modo che chi rifiuta un’offerta di lavoro possa essere tracciato e perdere il beneficio dopo tre rifiuti.
I punti critici
Ma vengono evidenziate anche altre distorsioni da correggere. Ad esempio il fatto che, per come è strutturato, il reddito favorisce di più i single rispetto alle famiglie numerose. Inoltre – secondo una indagine della Caritas - ne resta esclusa oltre la metà delle famiglie povere, mentre un terzo dei beneficiari non rientra nei parametri della povertà. Essendo però le soglie della povertà molto basse e i parametri per ottenere il reddito di cittadinanza piuttosto stretti, non vuol certo dire che quel 36% che lo percepisce pur non essendo povero non sia in difficoltà economiche.