Svelato il programma di Mario Draghi: scuola, vaccini, fisco e recovery plan

Economia

Lorenzo Borga

Il discorso del premier Mario Draghi al Senato ha svelato il programma del suo governo. Che partirà dalle emergenze - vaccinazioni, scuola e lavoro - senza però dimenticare le riforme strutturali. Almeno queste sono le intenzioni

Mario Draghi, nel suo discorso di circa 50 minuti al Senato, ha svelato le carte sul suo programma di governo. Già le parole più usate dal premier (IL WORDCLOUD DEL DISCORSO) fanno intuire quali saranno le priorità, che abbiamo analizzato una per una nello SkyWall che potete guardare nel video.

Le vaccinazioni

Mario Draghi a proposito della campagna vaccinale ha detto che serve «mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile e alle forze armate». Inoltre non ci si dovrà limitare, secondo il premier, a «luoghi specifici, spesso non ancora pronti» per le somministrazioni. Serviranno invece tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. E infine andrà aumentata la disponibilità delle dosi, che per ora è il vero vincolo della campagna vaccinale italiana.

Le priorità sui vaccini

La scuola

La scuola è stata ovviamente molto colpita dalla pandemia e dalle restrizioni. Di questo Mario sembra essere consapevole, dal momento che ha proposto di tornare «rapidamente a un orario scolastico normale» per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno. La Dad infatti non è riuscita a raggiungere tutti, e sono soprattutto gli studenti più svantaggiati ad averne risentito.

Le priorità sulla scuola

Il Recovery Fund

Sul Recovery plan (IL MONITORAGGIO DI SKY TG24) il neo-presidente ha riconosciuto il buon lavoro fatto sull'impostazione generale dal precedente esecutivo. Ma ha anche fatto intendere che servirà lavorare molto sui dettagli tecnici, così attentamente osservati dalla Commissione europea. Inoltre, se lo spread si dovesse ancora abbassare, i prestiti del Next Generation Eu potrebbero non essere più convenienti per il nostro paese, che potrebbe - come ha fatto la Spagna - non richiedere alcuni miliardi. E poi il piatto forte del discorso di Draghi: la governance della spesa dei 209 miliardi sarà affidata al Ministero dell'Economia, guidato da Daniele Franco, che lavorerà con i ministeri competenti. Mario Draghi sembra avere le idee chiare su una delle grane politiche che ha contribuito a far cadere il governo Conte II.

 

Le priorità sul Recovery
Le priorità sul Recovery 2

Il lavoro

Il mercato del lavoro rappresenterà una delle emergenze a cui dovrà lavorare il governo Draghi. A fine marzo scadrà infatti il blocco dei licenziamenti: il premier non ne ha parlato nel suo discorso, ma ha fatto intuire che potrebbe arrivare «presto». Draghi ha anche ribadito un concetto che aveva già espresso nel dicembre scorso (LA DRAGHIPEDIA): tutti i lavoratori dovranno essere protetti, ma non tutte le attività economiche potranno essere salvate. Alcune «dovranno cambiare, anche radicalmente». Infatti il mercato e la nostra vita post-Covid non sarà uguale a quella che conoscevamo prima, e alcune attività economiche dovranno adattarsi per sopravvivere. Questo apre dunque all'ipotesi che anche i ristori economici alle aziende possano essere rimodulati. Mario Draghi ha anche parlato della necessità di riformare gli ammortizzatori sociali, e di tutelare giovani e donne, le due categorie più colpite dalla perdita di posti di lavoro nell'ultimo anno.

Le priorità sul lavoro

Le tasse

Mario Draghi ha parlato, un po' a sorpresa, anche della riforma del sistema fiscale. Per prima cosa ha annunciato che non intende modificare tasse e aliquote una alla volta, perché serve un «un intervento complessivo [...] affidato a esperti». L'obiettivo, secondo Draghi, dovrebbe essere quello di rivedere l'Irpef, riducendo il carico fiscale e preservando la progressività. Il taglio dovrebbe essere finanziato dal contrasto all'evasione fiscale. Un obiettivo comune a tutti gli ultimi governi, che però non sono riusciti a portare a termine la riforma. La stessa priorità era stata enunciata da Draghi esattamente 10 anni fa, quando era ancora governatore della Banca d'Italia. Un dato che fa riflettere sul fatto che le priorità economiche del nostro paese, in fondo, sono sempre le stesse.

Tasse

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