Acquisizione Tiffany, Lvmh si tira indietro: non ci sono le condizioni

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Il gruppo di Bernard Arnault fa sapere di non essere più in grado di portare a termine l'acquisizione del marchio di gioielli Usa. E Tiffany porta le carte in tribunale per ottenere il perfezionamento della fusione

Lo stop all’operazione è arrivato direttamente dal colosso della moda che ha diffuso una nota. “Lvmh, allo stato attuale, non è nelle condizioni di procedere con l'acquisto di Tiffany”. Il deal da oltre 16 miliardi di dollari quindi al momento è sfumato e tra le cause, oltre ai dazi americani, hanno certamente pesato il clima di incertezza dopo il lockdown e le recenti tensioni sociali negli Stati Uniti. Il colosso della moda di Bernard Arnault ha fatto sapere di non essere in grado di completare l'acquisizione di Tiffany e di aver ricevuto una lettera dal ministro francese per l'Europa e gli Affari Esteri con la richiesta di posticipare l'operazione di acquisizione oltre il 6 gennaio 2021 come risposta alla minaccia di tasse sui prodotti francesi formulata dagli Usa.

La reazione di Tiffany

Non si tratta però di un “divorzio” consensuale. L’immediata reazione del marchio di gioielli americano è stata un'iniziativa legale presso la Corte di Chancery nello Stato del Delaware per far rispettare gli obblighi contrattuali al gruppo francese e far concludere l'operazione. Secondo Tiffany la richiesta di un rinvio della chiusura del deal arrivata dal governo di Parigi come risposta ai dazi Usa non trova base nel diritto francese. "Ci rammarica di dover intraprendere questa azione – ha dichiarato Tiffany in una nota - ma Lvmh non ci ha lasciato altra scelta se non quella di avviare un contenzioso per proteggere la nostra azienda e i nostri azionisti con la fiducia di avere adempiuto a tutti gli obblighi derivanti dall'accordo di fusione e con l' impegno a completare la transazione alle condizioni concordate l'anno scorso”. 

Per Tiffany è poi arrivato anche il contraccolpo a Wall Street dove le perdite del marchio statunitense hanno superato il 10%.

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