Crisi della Banca popolare di Bari, il Cdm per il salvataggio crea tensioni nel governo

Economia

L'istituto commissariato per perdite da Bankitalia. Il vertice convocato in serata innesca la polemica da parte di Italia Viva, che accusa gli M5s. Marattin non partecipa al vertice. Franceschini: "Il Pd c'è, siamo responsabili". Di Maio: "Dl aiuti risparmio"

Un Consiglio dei ministri di emergenza è stato convocato nella serata di venerdì: sul tavolo il salvataggio della Banca popolare di Bari. Il premier Conte aveva escluso interventi straordinari per salvare l'Istituto di credito, ma al temine del vertice il Consiglio ha fatto sapere che saranno assunte "tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud, in maniera pienamente compatibile con le azioni di responsabilità volte ad accertare le ragioni che hanno condotto al commissariamento della Banca. 

Commissariata da Bankitalia per perdite 

La Banca d'Italia ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della Banca Popolare di Bari e la sottoposizione della stessa alla procedura di amministrazione straordinaria, in ragione delle perdite patrimoniali. Ai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini, assieme ai componenti del comitato di sorveglianza Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso, viene affidato il compito di predisporre le "attività necessarie alla ricapitalizzazione" e di finalizzare le "negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all'intervento di rilancio", cioè il Fitd e Mediocredito centrale. Per salvare il colosso del Sud serve un aumento di capitale fra 800 milioni e 1 miliardo dopo un piano di ristrutturazione che prevede tra le altre cose circa 800 esuberi, ha detto l'amministratore delegato dell'istituto pugliese, Vincenzo De Bustis, nei giorni scorsi.


Marattin (Iv) non partecipa. Di Maio: "Dl aiuti risparmio"

La riunione del Cdm ha creato tensioni nella maggioranza. "La convocazione improvvisa di un Consiglio dei ministri sulle banche, senza alcuna condivisione e dopo aver espressamente escluso ogni forzatura o accelerazione su questa delicata materia, segna un gravissimo punto di rottura nel metodo e nel merito", ha detto il vicepresidente dei deputati di Italia Viva Luigi Marattin, annunciando di non partecipare alla riunione. Stesso atteggiamento critico si legge nelle parole del coordinatore di Italia viva Ettore Rosato, che su Twitter scrive: "Dopo che per anni i 5 Stelle hanno costruito contro di noi la retorica sulle banche oggi con il Pd votano in CdM a difesa di chi avrebbe dovuto ben amministrare. Noi non ci stiamo e non parteciperemo a questo voto. In attesa di vedere come lo giustificheranno".  Pronta la risposta del leader pentastellato DiMaio:"Abbiamo sempre detto aiuteremo i risparmiatori non i banchieri: in questo momento c'è un problema con la Banca Popolare di Bari ma noi dobbiamo andare a vedere a chi hanno prestato i soldi: pensiamo a un decreto che aiuti i risparmiatori, non gli amici delle banche. Serve una riflessione sul decreto". Nello scontro si inseriscono anche esponenti del Pd, con Dario Franceschini che sembra mandare un messaggio proprio a Italia Viva: In ogni scelta di governo, e a maggior ragione quando si tratta di tutelare i risparmi dei cittadini, noi mettiamo doverosamente senso di responsabilità. Le minacce, le aggressioni agli alleati, le assenze per farenotizia, le lasciamo ad altri". 

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