Unicredit taglia, i sindacati: "In Italia in esubero circa 5.500 dipendenti e 450 filiali"

Economia

Esuberi anche in Germania e Austria. Si punta a creare 16 mld di valore per gli azionisti e aumentare al 40% la distribuzione di capitale per il 2019. Il piano prevede un utile di 5 mld nel 2023. Insorge Landini, leader Cgil: "Ritiri tutto o gravissimo conflitto"

Unicredit si prepara a tagliare il personale in Italia di circa 5.500-6.000 dipendenti e 450 filiali. Lo riferiscono fonti sindacali dopo che nel nuovo piano la banca ha annunciato in Europa occidentale 8mila esuberi e 500 filiali, pur non volendo rivelare dettagli sulle aree interessate. I numeri che riguardano gli esuberi in Europa sono invece contenuti in una nota della banca che illustra il piano strategico 2020-2023 e presenta gli obiettivi. I tagli del personale si concentreranno soprattutto in Italia, Germania e Austria, dove i dipendenti verranno ridotti complessivamente del 12% e verrà chiuso il 17% delle filiali. Il nostro Paese pare dunque destinato a sostenere la parte più consistente degli esuberi: degli 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la loro gestione, infatti, 1,1 miliardi riguarderanno l'Italia (pari al 78% del totale) e solo 0,3 miliardi l'Austria e la Germania. Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit: "Agiremo in modo socialmente responsabile". Insorge Maurizio Landini, leader della Cgil: "Ritiri tutto o gravissimo conflitto".  

Il piano strategico di Unicredit per il 2020-2023

Nell’arco del periodo 2020-2023, Unicredit punta a creare 16 miliardi di valore per gli azionisti e aumentare al 40% la distribuzione di capitale per il 2019. Il piano strategico, poi, prevede di realizzare un utile di 5 miliardi di euro nel 2023, con una crescita aggregata dell'utile per azione di circa il 12% nel periodo 2018-2023. Il ritorno sul capitale tangibile (rote), si legge ancora nella nota, sarà "pari o al di sopra dell'8%" per tutto il piano. Tra il 2020 e il 2023, inoltre, Unicredit distribuirà ai propri azionisti circa 8 miliardi di euro, tra cedole e riacquisto di azioni, di cui 6 miliardi rappresentati da dividendi in contanti e 2 miliardi da riacquisto di azioni proprie. Per il 2019, spiega la nota, il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha deciso di raddoppiare la distribuzione di capitale prevista dal precedente piano al 40%, di cui il 10% attraverso buy-back e il 30% con dividendi.

Esposizioni deteriorate sotto 20 mld a fine 2023

Un passaggio anche sulle esposizioni deteriorate lorde: sono previste inferiori a 20 miliardi di euro alla fine del 2023, con una consistente riduzione di quasi 60 miliardi dalla fine del 2015. Il completo rundown del portafoglio Non Core è confermato entro fine 2021, con l'ammontare delle esposizioni deteriorate lorde inferiore a 9 miliardi entro la fine del 2019 rispetto al target originale di 19,2 miliardi di Transform 2019 e inferiore a 5 miliardi entro la fine del 2020. Il target per il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e crediti totali lordi di gruppo è fissato sotto il 3,8% entro la fine del 2023, mentre il costo del rischio è previsto a 40 punti base nel 2023.

Una subholding per le attività internazionali

Nella nota sul piano strategico, Unicredit comunica anche che lo scioglimento della joint-venture in Koc Financial Services sul controllo della banca turca Yapi Kredi ha creato "flessibilità per la gestione della partecipazione rimanente". Nel piano si prevede anche una evoluzione della struttura del gruppo, incluso il progetto per la creazione di una subholding, con sede in Italia e non quotata, per le attività internazionali.

Mustier: "No ad altre cessioni"

In conferenza stampa Jean Pierre Mustier ha annunciato che stanno iniziando le trattative con i sindacati. "Sono 8mila tagli, non diamo dettagli su dove verranno fatti - ha detto il ceo di Unicredit - nel piano precedente abbiamo agito in modo molto socialmente responsabile e continueremo a farlo". È escluso che il gruppo possa fare altre cessioni rilevanti dopo quelle degli ultimi mesi e "per quanto riguarda operazioni importanti" Mustier si è detto "contento del perimetro".

Landini: "Ritiri tutto prima di un gravissimo conflitto"

Non ci sta il leader della Cgil, Maurizio Landini: ”Diciamo no e diciamo basta. Il lavoro non può essere considerato una merce che si prende quando serve e si butta quando fa comodo - attacca -. Unicredit annuncia 8mila esuberi e chiude i primi nove mesi con un utile di 4,3 miliardi. Questo non è fare impresa, è essere irresponsabili. Non lo possiamo accettare. Il governo non può accettarlo. Prima di aprire un gravissimo conflitto Unicredit riveda tutto - prosegue -. Ritiri quanto ha improvvidamente annunciato e, prima di compiere azioni gravi e irreparabili, discuta con il sindacato".

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