Paradisi fiscali, la nuova lista nera dell’Unione europea: ecco i 15 Paesi coinvolti

Economia

L’Ecofin ha approvato oggi l’aggiunta di 10 nazioni considerate un rifugio per gli evasori. Altri 34 Paesi restano “monitorati”. Ma Oxfam denuncia: “Cinque dei peggiori Paesi lasciati fuori dalla lista”

La lista dei paradisi fiscali riconosciuti in Ue si allunga. Oltre ai cinque già presenti – le Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago e le Isole Vergini – l’Ecofin ha approvato oggi l’aggiunta di Aruba, Barbados, Belize, le Bermuda, Dominica, Fiji, Isole Marshall, Oman, Emirati Arabi e Vanuatu. Tutte giurisdizioni che non hanno attuato gli impegni annunciati entro la scadenza data dalla Ue. Altri 34 Paesi restano sulla lista “grigia” del Consiglio di Economia e Finanza europeo per essere monitorati, mentre 25 sono stati rimossi.

La denuncia di Oxfam: “Alcuni paradisi esclusi”

Ed è proprio su alcuni dei Paesi esclusi che si concentra la denuncia di Oxfam. Secondo l’organizzazione infatti, l’Ecofin avrebbe lasciato fuori dalla black e dalla grey list cinque dei peggiori paradisi fiscali: Panama, Hong Kong, Isola di Man, Guernsey e Jersey. “La decisione mette a rischio tutta la credibilità del processo”, dicono da Oxfam. "I criteri Ue per identificare i paradisi e il processo di screening sono troppo deboli. Come risultato, i paradisi come Jersey, dove la maggior parte delle società paga zero tasse, sono stati eliminati dalle liste", sottolinea Chiara Putaturo, policy advisor di Oxfam sulla tassazione. Inoltre, la ong torna a chiedere alla Ue di "mettere in ordine la propria casa" prima, affrontando il problema dei paradisi europei come Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta e l'Olanda.

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