Trasporti in Sardegna: in difesa dei diritti di sardi e non sardi

Economia

Mariangela Pira

Calafuili

Finanza & Dintorni

Chi è sardo o va spesso in Sardegna sa che è un'annosa questione. Andarci costa sempre di più con conseguenze che colpiscono soprattutto i sardi. Ho parlato con diverse persone e in questo articolo vi racconto quale la situazione oggi. Per tutti.

La Sardegna in questi giorni è, ovviamente, terra elettorale. E tutti, pastori in primis, saranno strumenti utili a vincere domenica prossima. 

I pastori hanno fatto bene ad attivarsi ora, sanno bene quanto sopra e giustamente hanno visto identificato questa come finestra per risolvere il problema rapidamente. Ma quello che sta accadendo loro è specchio di tante altre cose che non vanno.

Facciamo il mio esempio. Sarda, non residente. Emigrata, con babbo in Sardegna. Se voglio andare a trovarlo potrei arrivare a spendere quest’estate una media di 350 euro a/r. Attenzione, per 40 minuti netti di volo. Farei prima a partire a New York, per dire, spendendo meno.

Altro esempio, sardo residente in Sardegna. Dato che come immaginerete non si può raggiungere a nuoto, vige la continuità territoriale. Il nuovo bando di gara ha appaltato ad Alitalia la nuova continuità con tariffe che rimarranno sostanzialmente invariate per i residenti e che saranno aumentate fino al doppio nella bassa stagionalità e fino al triplo in quella alta per i non residenti. Tariffe che, badate bene, erano elevatissime anche lo scorso anno. Quest’anno raggiungeranno le stelle. La vittoria di Alitalia pone anche un problema di continuità del servizio in quanto Air Italy sarà operativa in regime di continuità fino al 31 marzo e per due settimane si starà scoperti dato che Alitalia subentrerà il 17 aprile. Ad oggi per i sardi non c’è la possibilità di prenotare neanche un biglietto in quei giorni! Speriamo siano tutti in salute. E avete capito bene, per due settimane la continuità rimarrà scoperta, anche a causa del ritardo accumulato nella pubblicazione dei bandi.

Ulteriore esempio, un signore/a, ragazzo/a, coppia milanese. Al di là delle prossime tariffe, guardiamo ad oggi. Se stamane si alza e decide di andare a Palermo, può raggiungerla in due modi e a prezzo – ho monitorato ovviamente anche il tempo di volo – più equo. Immaginiamo decida di andare in Sardegna. 1. Non sa se trova posto. 2. Il prezzo se non è un sardo è molto elevato. Questa è secondo me l’ulteriore fregatura a danno peraltro degli stessi sardi residenti. 

Se non consento alla gente di venire in Sardegna a prezzi equi, le stesse persone vanno in Croazia, alle Baleari, dovunque ma non lì. Ci sono stati assessori che hanno provato a portare avanti questa battaglia in passato, ma di fatto rispetto a questo la politica è sempre stata cieca.

Voi vi chiederete: ma perché allora su Olbia o Alghero per esempio non volano più compagnie, che garantiscano migliori tariffe? La risposta è: interessi economici.  

La situazione oggi è la seguente. In Sardegna volano anche Ryanair, Easyjet e ho trovato nelle simulazioni anche una piccola compagnia low cost che si chiama Volotea (ho provato a simulare un acquisto del biglietto oggi per questa estate: se nei giorni feriali, mi è costato intorno ai 120 euro di media, MA senza contare bagaglio e assicurazione). La loro posizione parte da un discorso semplice, che i sardi conoscono bene: non volo perché non c’è gente, non c’è gente perché non volo. Per spezzare questo circolo vizioso occorre investire. E la posizione delle low cost, egoistica quanto volete, è proprio questa. Ovvero, se un mercato non è appetibile non ci attira.

E chi deve renderlo appetibile? Forse un investimento a favore delle low cost per portare i turisti nell’isola. La Regione può fare politiche di incentivazione per le compagnie e farle volare da e per la Sardegna? Io penso di sì, accade anche nelle Baleari. Questa determinazione negli anni è mancata.

Badate bene, a scrivere questo articolo è una sarda che sa bene come d’inverno nel suo paese ci sia la glaciazione. La gente non va a comprare nei negozi o non frequenta bar/ristoranti/locali perché tutto è chiuso e i negozi non aprono perché non c’è gente. E’ un gatto che si morde la coda. Chi deve iniziare a investire? I visitatori o i negozianti? Ora trasferite questo identico ragionamento ai trasporti nella regione. Chi deve investire perché le compagnie volino in Sardegna? “Basterebbero 10 € a passeggero – mi spiega una fonte – perché è vero che io spendo per lui 10 € ma mentre è qui minimo ne spenderebbe 500 €, perché mangia, dorme e visita anche il bellissimo paesaggio interno e le zone nuragiche”. Una sorta di contributo regionale alle low cost insomma che diventa un incoraggiamento e una copertura costi che incentiva anche la compagnia aerea, dato che se ricevo 10 € a passeggero più ne porto e più incasso.

La Sardegna non è un hub o un punto di transito. Poteva anche essere una famosa piattaforma del Mediterraneo, ma la realtà è che ci sono tre aeroporti che sembrano tre repubbliche indipendenti: si fanno concorrenza a vicenda. Qualora fossero riusciti a fare sistema tra loro questo sì, avrebbe consentito di avere una capacità contrattuale maggiore con le compagnie low cost. Che giustamente consolidano con le Baleari, o sulle tratte internazionali. La stessa Air Italy nel cui azionariato è entrato il Qatar farà la politica che più le interessa non certo una politica per i sardi e infatti su Olbia – suo storico aeroporto – subentra Alitalia.

Gli operatori con cui ho parlato prevedono per quest’anno conseguenze devastanti anche sul fronte del turismo.

Il ragionamento di cui sopra non avviene infatti solo per la continuità aerea ma anche per quella marittima. La Sardegna è in pieno regime di monopolio della Tirrenia e della Moby. Lo spiego in modo sintetico, e mi scuso, forse anche grossolano, ma è per far capire a tutti. Quando lo stato mise in vendita la Tirrenia chi se la aggiudicava avrebbe ottenuto anche 72 milioni all’anno per sette anni al fine di garantire la continuità territoriale. Onorato partecipò alla gara, comprandola, e secondo i suoi critici anziché usare i 72 milioni per abbattere i costi dei biglietti li ha utilizzati per acquistarla grazie a un prestito coperto da questo contributo pubblico. Tirrenia oggi è sotto Onorato che, sotto il suo ombrello, ha anche Moby. Io qui mi limito a dire che i biglietti per un passaggio nave non sono diminuiti affatto in questi anni e basta chiedere a qualsiasi turista che venga in Sardegna e che inizia a cercare le offerte già dal mese di gennaio per non pagare un salasso.

Sono una giornalista, non una politica, ma so che questo deve cambiare. Perché in questo modo la Sardegna, che quest’anno ha dimostrato spesso di essere anche terra d’innovazione, sarà sempre più isolata. Non si può impedire a tutte queste persone di tornare a casa agevolmente e a un investitore di trovare un biglietto per andare a Cagliari.

Di chi è stata la colpa in questi anni: della regione, del governo? Del non trattare con la schiena dritta con l’Unione Europea?

Una cosa è certa: è mancata una vera trattativa in difesa dei diritti dei sardi e dei non sardi che in Sardegna verrebbero sempre.

P.s. foto campanilistica della mia Cala Gonone (Fuili, tratta da www.sardegnaturismo.it) !!!

 

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