Incertezza Brexit: ecco come si "preparano" le aziende

Economia

Mariangela Pira

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Finanza & Dintorni

Incertezza, incertezza e ancora incertezza. Le aziende che operano in o con la Gran Bretagna proprio non hanno idea di cosa accadrà il primo aprile. Vi racconto qualche esempio pratico per darvi un'idea. Per tutti. 

Incertezza. E’ questa la parola d’ordine delle aziende che lavorano nel Regno Unito. Il tempo scorre e di soluzioni non se ne vedono.

Basta un dato. Le aziende manifatturiere stanno facendo scorta ad un tasso che non si vedeva da 30 anni, quando ancora c’era la Guerra Fredda. Si teme infatti ci possa essere una carenza di beni, dal cibo ai medicinali, dovuta alla paralisi degli scambi con il Regno Unito, con folle e code nei negozi.

I gruppi che esportano sul mercato britannico sono alla ricerca di spazi statregici da affittare perché temono una secessione disordinata a causa dei rallentamenti dovuti ai controlli alle frontiere, ai porti e alle autostrade bloccate. Gli affitti di questi spazi sono cresciuti del 27% negli ultimi due anni e mezzo.

Le aziende non hanno idea di cosa succederà il primo aprile: quali saranno i documenti da compilare? Quali i nuovi dazi doganali? Honda e BMw chiuderanno per un mese il proprio stabilimento in Gran Bretagna per capire cosa succederà. L’editore Monocle trasferirà la stampa delle sue riviste  in Germania dato che l’80% delle sue pubblicazioni  viene esportato  UE.

Perfino British Airways si rifiuta di dare a piloti e staff il solito pacchetto di assunzione di 3 anni preferendo contratti di un anno data l’incertezza di Brexit.

E’ paradossale che il governo, scrive Reuters (https://www.reuters.com/article/uk-britain-eu-outsourcers/too-little-too-late-no-deal-brexit-planning-shakes-service-suppliers-idUSKCN1PU1WO ), chieda oggi - agli ospedali alle scuole, alle ditte che forniscono servizi pubblici essenziali, alle prigioni e alle forze armate - cosa stiano facendo in preparazione di un no-deal.

Oggi, quando mancano ormai otto settimane alla fatidica data.

Paradosso ancora più estremo è il Brexit Box, o Scatola Brexit, del produttore Emergency Food Storage, che l’ha messo in commercio: una sorta di kit d’emergenza alimentare. Costa circa 300 euro e contiene 60 pasti liofilizzati come quelli che gli astronauti portano nello spazio.  Quasi senz’altro non servirà, ma il fatto stesso che esista la dice lunga sul’incertezza che regna a Londra. (https://www.emergencyfoodstorage.co.uk/products/brexit-box)

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