La guerra dei dazi Usa-Cina: cosa cambia con il midterm?

Economia

Mariangela Pira

trumpxi

Finanza & Dintorni

La guerra dei dazi tra USA e Cina: cosa cambia con le elezioni di medio termine? Non molto in realtà. Per tutti. 

Con questi risultati di medio termine, sul fronte dei dazi Trump continuerà a fare la politica di prima? O no? 

Il risultato potrebbe non significare molto da questo punto di vista. Difficilmente la sua filosofia 'America First' devierà dal suo tracciato, anche con la vittoria dei democratici alla Camera. Come noto, Camera e Senato formano il Congresso, il principale organo decisionale degli Stati Uniti e l'approvazione di ciascuno è necessaria per concretizzare le proposte di legge. Quanto accaduto renderà quindi la vita difficile al presidente su parecchi temi, dalla spesa militare a quella sanitaria. Ma sulla politica commerciale potrebbe  - in quanto gode di potere esecutivo  continuare a dettare la sua agenda. 

"La Stanza Ovale ha ampi poteri esecutivi per agire unilateralmente" scrive in una nota RBC Capital Markets e il Congresso non può fare alcunché. Gli analisti non prevedono particolari cambiamenti sul fronte dei dazi anche perché sia i democratici sia i repubblicani sono stati sempre molto duri nei confronti delle scorrette pratiche cinesi sulla proprietà intellettuale. Il presidente potrebbe ricevere addirittura un supporto bipartisan quand'anche dovesse obbligare Pechino a comportarsi diversamente. 

Eppure qualche segnale a Trump gli stati agricoli lo hanno mandato. Nel 2016 lo avevano votato in massa, coccolati dalle promesse di difesa a spada tratta dell'America, e quindi anche dei loro interessi. Eppure, se prendiamo il caso dell'Iowa, nella gran parte dei distretti agricoli dello stato hanno vinto i democratici.  I dazi di Trump nei confronti della Cina si sono infatti rivelati un boomerang. Trump li ha imposti e alla Cina, e Pechino - per rappresaglia - ha fatto pagare tariffe in dogana agli agricoltori americani che esportano soia e mais, di cui l'Iowa è uno dei principali stati produttori. 

Uno studio commissionato dallo Stato dell'Iowa afferma che i dazi gli hanno procurato danni per 2 miliardi di dollari. Un altro studio citato dal Financial Times afferma i danni siano stati pari a 2 miliardi. Ma quindi siamo certi che i dazi facciano bene? 

I dazi, tariffe - sovrattasse, chiamamole così - in dogana che rendono il prodotto più costoso, toccano anche noi. Anche l'Italia che è un esportatore netto ovvero vende più di quanto compra, può risentirne. In questo caso, se Trump insistesse con i dazi anche nei confronti dell'UE, i Democratici potrebbero intervenire per fermarlo. Gli economisti di ING hanno scritto in una nota che "difficilmente i democratici supporteranno una guerra commerciale contro un alleato come l'Europa". 

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