Sfatiamo il mito dell'effetto diretto dello spread sui mutui

Economia

Mariangela Pira

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Finanza & Dintorni 

Sfatiamo il mito del collegamento diretto spread - mercato dei mutui. Non c'è alcun collegamento diretto. Certo, il nervosismo sui titoli di stato (testimoniato dallo spread) potrebbe incidere sulle banche e quindi sull'Euribor. 

Quello che è successo stamane era nelle attese. Nell’asta Bot a un anno, ovvero titoli di stato con scadenza annuale, il rendimento è raddoppiato. Significa che è raddoppiato l’interesse che il Tesoro paga per vendere quei titoli di stato. Questo è un effetto tangibile di quanto sta accadendo in questi giorni. Lo spread non è una cosa astratta, riflette proprio questo tipo di movimenti. Ovvero rendimenti in crescita: più uno strumento in cui si investe rende, più è rischioso investirvi. Il rendimento sui titoli di stato italiani è superiore a quello dei titoli tedeschi perché al momento investire in Germania è meno rischioso. 

Certo per chi oggi sottoscrive questi Bot annuali il rendimento rappresenta una ghiotta opportunità, ma è altrettanto vero che è spia di un rischio paese che si sta pagando. E’ altrettanto vero che mentre scrivo (sono le 12.10 del 10 ottobre) lo spread sta scendendo sotto i 300 punti base.

Invece, per sfatare alcuni miti di cui leggo in questi giorni, l’andamento dello spread non ha nulla a che vedere - direttamente - con i mutui. Di certo non con quelli esistenti, sia a tasso fisso sia a tasso variabile. Per quanto riguarda le condizioni relative ai nuovi mutui, la situazione potrebbe cambiare qualora le cose restassero in questo modo, come conseguenza indiretta dello spread.

Provo a spiegarmi.

La rata del mutuo a tasso variabile anzitutto è calcolata sulla base del tasso Euribor. E l'andamento dell'Euribor in questi mesi, basta che guardiate qualsiasi grafico, resta negativo. Non ha nulla a che vedere con lo spread. 

L'Euribor si muove al rialzo se a) le banche sono più a rischio e b) la politica della Banca centrale europea cambia e si inizia ad alzare il costo del denaro. Ora, la politica della Bce è ovvio che prima o poi cambierà e la curva dei tassi è destinata a salire (soprattutto, mi dicono gli esperti, quando andrà via Draghi e quindi danno per certa questa tendenza a partire dal 2020). E le banche da questo spread iniziano ad essere penalizzate. Potrebbero quindi, quando valuteranno le richieste di nuovi mutui non darne affatto, o aumentare il premio aggiuntivo rispetto al tasso di riferimento, fisso o variabile, quando decidono di erogare un mutuo. E le rate in questo caso salirebbero. 

p.s. il tasso Euribor è quello che le banche pagano per ottenere liquidità da altre banche con scadenze brevi. Una banca infatti può chiedere un prestito alla BCE oppure a un'altra banca. E' in questo secondo caso che per il prestito paga l'Euribor. 

 

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