Taglio pensioni, Di Maio: chi non vuole rispettare contratto lo dica

Economia
Il vicepremier Di Maio in partenza per il Cairo (Ansa)

La misura dovrebbe colpire quelle d'oro oltre i 4 mila euro. Il consigliere economico di Salvini Alberto Brambilla ha definito il provvedimento irrealizzabile, “iniquo e arbitrario”. Il ministro dello Sviluppo Economico assicura: “Non ci rimangeremo la promessa"

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio risponde dal Cairo – dove si trova per un incontro con il presidente egiziano Al Sisi – alle critiche fatte dal consigliere di Salvini, Alberto Brambilla, sulla proposta di legge gialloverde che riguarda il taglio alle pensioni d'oro. "Se qualcuno vuole dire che il contratto di governo non bisogna attuarlo lo dica chiaramente", commenta di Maio. “Altrimenti si va avanti sulle pensioni d'oro fino alla fine. Lo abbiamo promesso e non ci rimangeremo questa promessa”.

Lo studio di Brambilla

Alberto Brambilla, consigliere economico di Matteo Salvini e presidente del centro studi Itinerari Previdenziali, ha infatti redatto uno studio, anticipato da Repubblica, che boccia il piano del taglio alle pensioni perché “iniquo e arbitrario”. Secondo Brambilla, il ricalcolo contributivo delle pensioni d'oro sopra i 4 mila euro netti al mese (80 mila lordi l'anno), contenuto nel progetto di legge depositato alla Camera il 6 agosto scorso dai capigruppo di Lega e Cinque Stelle, sarebbe “retroattivo, incostituzionale, ma soprattutto irrealizzabile”.

Il taglio alle pensioni del Nord

“Non voglio entrare in scontro con nessuno - ha ribadito Di Maio dall’Egitto - ma nel contratto di governo abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d'oro, ora si sta dicendo che tagliarle colpisce maggiormente le donne o le persone del Nord”. Ma queste persone che “prendono più di 4mila euro netti e non hanno versato i contributi”, continua Di Maio, ora sono trattate “come dei poveri disperati che dobbiamo salvare". Dallo studio redatto da Brambilla, infatti, risulta che “il 70% degli assegni tagliati riguarderebbe pensionati del Nord”, mentre l’innalzamento delle pensioni minime a 780 euro si avrebbe per lo più al Sud.

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