Martina all'Ilva: "Ora risposte, basta rinvii". Allarme casse vuote

Economia

Il segretario Pd ai cancelli di Taranto prima del turno delle 6: “Emersa assoluta assenza di un percorso di ascolto da parte del governo con i soggetti del territorio”. Chiesto un incontro con Di Maio. Confindustria: casse presto a secco, coinvolti 15mila addetti

Maurizio Martina, segretario del Pd, è stato questa mattina ai cancelli dell’Ilva di Taranto prima dell’inizio del turno delle 6 (LA STORIA DELL'ILVA). Dopo aver parlato con lavoratori, sindacati e organizzazioni locali, ha annunciato che chiederà “un incontro urgente” al ministro Luigi Di Maio “per confrontarci e capire le sue reali intenzioni sul futuro di Ilva”. “È emerso un dato impressionante: l'assoluta assenza di un percorso di ascolto da parte del governo con i soggetti del territorio coinvolto – ha spiegato Martina –. Ora servono risposte immediate sul futuro e sugli investimenti. Prima il governo chiarisce cosa intende fare, meglio è per tutti”. Un allarme su Ilva, poi, è stato lanciato anche dal presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo: sta per rimanere senza soldi.

Martina: “Non è più tempo di rinvii”

Davanti ai cancelli dell’Ilva, Martina ha partecipato al volantinaggio promosso dal Pd tarantino. “La città, le famiglie e i lavoratori meritano risposte serie e non propaganda. In questi anni abbiamo garantito la continuità produttiva salvaguardando i posti di lavoro. Il governo smetta di perdere tempo. La tutela ambientale, della salute e del lavoro esigono responsabilità e scelte precise. Ora non è più tempo di rinvii”, ha detto il segretario del Pd.

Volantino Pd chiede "zero esuberi", contestazioni

Davanti ai cancelli dell'Ilva sono stati anche distribiuti volantini del Pd, uno dei quali recitava: “Zero esuberi". Il contenuto dei volantini, però, è stato contestato da Francesco Brigati, operaio Ilva, coordinatore delle Rsu Fiom e componente della segreteria provinciale del sindacato. “Scrivere zero esuberi – ha detto – significa prendere in giro i lavoratori e i sindacati. Ricordo agli esponenti del Pd che loro hanno prodotto il contratto di aggiudicazione del 5 giugno in cui sono previsti oltre 4mila licenziamenti e discontinuità lavorativa. Volete recuperare credibilità? Fate chiarezza e assumetevi le vostre responsabilità”.

Le reazioni

Dopo la visita di Martina, tante le reazioni politiche. “Il Pd sarà accanto ai lavoratori per evitare che Taranto sia l'ennesimo fallimento di questo governo”, ha detto il dem Matteo Orfini. Di Maio “smentisca l'esistenza di relazioni volte non a garantire la legittimità dell'aggiudicazione della gara quanto ad assegnarla ad altri soggetti da lui preferiti. E venga a riferire in commissione sull'Ilva”, ha chiesto invece Sara Moretto, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera. Il riferimento è a indiscrezioni di stampa secondo cui il ministro avrebbe “un rapporto stretto” con Lucia Morselli di Acciaitalia, concorrente della prima aggiudicataria della gara per l’Ilva, la Mittal (LE TAPPE DELLA GARA). Elvira Savino, deputata pugliese di Forza Italia, ha chiesto invece che Di Maio rinunci a uno dei due ministeri perché è evidente che “non è in grado di svolgere insieme le funzioni di ministro del lavoro e quelle di ministro dello sviluppo economico”. Lucio Malan (Fi) ha ipotizzato “un referendum per capire come la pensano i cittadini sul tema lavoro e salute”.

L’allarme di Confindustria: casse presto a secco

A lanciare un nuovo allarme sull’Ilva, intanto, è anche Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto. “Il fatto che Ilva stia finendo le risorse a disposizione e che in cassa sono ormai rimasti gli ultimi 24 milioni, ci allarma moltissimo”, ha detto. E ha annunciato che sentirà il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “per lanciare un'iniziativa unitaria che sia di forte monito al governo sulla situazione di crisi”. “Ilva con le casse a secco – ha aggiunto Cesareo – vuol dire una cosa molto semplice: che non è più un grado di pagare i suoi dipendenti e le aziende dell'indotto”. Cosa che, ha spiegato, coinvolge “tra diretti e indiretti circa 15mila addetti”. Con il rischio di “una situazione di grande instabilità di ordine pubblico”.

Lettera a ministra Grillo su rischi ambiente e salute

Intanto, alla ministra della Salute Giulia Grillo è stata mandata una lettera in cui il gruppo dei “Genitori tarantini” ribadisce i rischi dell’emergenza ambientale e sanitaria legata all’Ilva e riporta l’attenzione anche su questo tema. “Il piombo nel sangue dei bambini, gli inquietanti e sospetti disturbi del neurosviluppo nei piccoli che vivono nei quartieri a ridosso della zona industriale, il naftalene nelle urine delle donne di Taranto, sono solo alcuni esempi che dovrebbero fare agire il governo italiano”, si legge.

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