Anna Rosling: partire dai dati per capire il mondo

Economia

Mariangela Pira

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Finanza & Dintorni

In un mondo dove la disinformazione è sempre più protagonista sarebbe bello poter avere, noi tutti,  la capacità di leggere i dati. Su questo lavora un'organizzazione svedese che si chiama Gapminder e di cui vi parlo oggi. 

 

Oggi voglio parlarvi della vasta quantità di dati che abbiamo a disposizione. Pensateci, ogni anno tutti i paesi forniscono statistiche sulla salute, sull'economia, sulla politica e ne vengono raccolti a tonnellate. La capacità di poter leggere e gestire questa enorme mole di numeri è forse la chiave più importanti per capire meglio la realtà in cui viviamo. 

Al giorno d'oggi con l'informazione che corre veloce sui nostri cellulari rischiamo di intepretare le notizie secondo il nostro umore, senza comprenderle davvero. Peggio ancora, le si interpreta con pregiudizio, a seconda della nostra posizione in diversi campi.

I numeri invece non sono e non possono diventare terreno di scontro politico. Per questo è auspicabile che ciascuno di noi li sappia leggere in modo obiettivo. Un'impreditrice svedese, Anna Rosling Rönnlund (recentemente Bill Gates l'ha definita un eroe, capace di fare la differenza in questo mondo), sta facendo qualcosa a proposito. "Basta partire da un foglio Excel - ha spiegato in una recente intervista - e fare semplici operazioni che permettono di individuare le tendenze e la direzione verso cui si sta andando". L'obiettivo di Anna è quello di divulgare i dati, rendendoli comprensibili a tutti. Per questo ha co-fondato Gapminder, che grazie al suo software, Trendalyzer, aiuta tutti nell'utilizzo dei dati.

Anna è partita da un sondaggio effettuato da Gapminder su 12.000 persone in 14 dei paesi più ricchi e istruiti del mondo, cui l'anno scorso sono state presentate 13 domande sulle tendenze globali. Ecco un esempio (ma se volete fare il test, ecco il link: http://forms.gapminder.org/s3/test-2018): oggi il mondo è abitato da circa 7 miliardi di persone: quale di queste mappe mostra la corretta distribuzione? In media gli intervistati hanno risposto correttamente solo a due delle domande e la loro visione del mondo è più pessimista della realtà: non si ha per esempio nozione di una serie di miglioramenti a livello globale, dalla diminuzione della mortalità infantile a quella dei livelli di povertà.

Al di là del sapere personale, imparare a leggere i dati è utile anche a livello economico. Informazioni errate, nate da preconcetti, possono avere a cascata conseguenze negative sul modo in cui le aziende investono o su decisioni politiche a livello globale. Per questo Anna (e anche io) è convinta che il problema siano le lacune della nostra conoscenza. Saper maneggiare i big data può colmare questo vuoto. 

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