Tria: reddito di cittadinanza avrà ruolo centrale, no assistenzialismo

Economia
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Il ministro dell’Economia, nella discussione sul Def, ha detto che la misura - cara al M5s - è volta a "contrastare le sacche di povertà tramite integrazione nel mercato del lavoro". Poi, parlando della crescita, ha detto che "la fase di rilancio è alla nostra portata"

Il reddito di cittadinanza, un mezzo "volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite interventi non assistenziali bensì tramite l'integrazione nel mercato del lavoro, avrà un ruolo centrale". A dirlo è il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il titolare di Via XX settembre ha parlato alla Camera durante la discussione sul Def, il decreto di economia e finanza. Riferendosi alla ripresa economica nel nostro Pese, ha aggiunto che "continua ma a ritmi più contenuti rispetto al 2017" e ha assicurato che sarà possibile "conciliare la crescita e l'occupazione con la sostenibilità del debito".

"Assicurare un reddito dignitoso"

Parlando del reddito di cittadinanza, uno dei cavalli di battaglia del M5s in campagna elettorale, Tria ha detto che “assicurare un reddito dignitoso a chi è temporaneamente in stato in disoccupazione o fa fatica a entrare o rientrare in un impiego è condizione essenziale per consentire in un quadro di stabilità sociale i necessari processi di innovazione tecnologia e ristrutturazione produttiva”.

“Fase di rilancio alla nostra portata"

Il ministro, nel suo intervento a Montecitorio, parlando di crescita dell’Italia ha assicurato che alla luce del quadro internazionale e delle spinte protezionistiche "le prospettive di crescita e di finanza pubblica sono meno favorevoli. La fase di rilancio è tuttavia alla nostra portata".

Deficit allo 0,8% del Pil nel 2019

Per Tria il quadro macroeconomico tendenziale del Def prevede un deficit allo 0,8% del Pil nel 2019 e il pareggio di bilancio nel 2020, con il debito che "inizierebbe un chiaro percorso discendente. È un'evoluzione che è bene non mettere a repentaglio", perché "il consolidamento bilancio è condizione necessaria per mantenere la fiducia dei mercati finanziari, imprescindibile per tutelare i risparmi italiani e ottenere una crescita stabile", ha detto. Tria ha anche invitato a "mantenere il percorso di riduzione del debito".

"Conciliare crescita e occupazione con sostenibilità del debito"

Tria, nel suo intervento a Montecitorio, ha anche detto che "lo scenario tendenziale del rapporto deficit-Pil sarà oggetto di seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico" in stretta collaborazione con l'Unione europea. "Nel rispetto degli impegni europei e della normativa italiana si individuerà il percorso più adatto", avendo d'occhio, ha spiegato Tria, l'andamento del debito. Seguendo le linee programmatiche illustrate dal presidente del Consiglio, ha detto Tria, sarà possibile "conciliare la crescita e l'occupazione con la sostenibilità del debito". Il ministro ha anche spiegato che nel quadro programmatico saranno indicate a settembre le "opportune coperture" per le misure di politica economica che si vorranno portare avanti. "Ogni proposta di riforma sarà articolata in considerazione degli effetti sulla crescita e sulla dinamica delle finanze pubbliche", ha assicurato.

Una task force per rilancio investimenti

Tria ha poi parlato di investimenti. Per il ministro è intenzione del governo "invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall'inizio della crisi" nella consapevolezza che "i maggiori ostacoli non vengono dalla carenza di risorse", ma dalla perdita di competenze a livello locale e dagli "effetti non voluti" del Codice degli appalti. Tria ha poi promesso che, a questo scopo, verrà costituita una “task force all’interno del governo”.

Necessario profonda riforma Ue

Infine, Tria ha sostenuto che occorre una profonda riforma dell’Ue. "La nostra azione in Europa deve essere volta verso una profonda riforma delle istituzioni economiche", ha sostenuto. Necessario, ha aggiunto, "che l'architettura economica che governa l'area valutaria comune sia indirizzata alla crescita e alla convergenza". A trarne benefico sarebbe l'Italia "quanto l'intera Eurozona".

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