Rifiuti elettronici: entrano anche stufe, bici e carte di credito

Economia
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Non solo frigo, telefoni e tv. Con l’entrata in vigore del decreto sui Raee si allarga la famiglia dei prodotti riciclabili. Una novità che potrebbe portare fino a 15mila posti di lavoro e un taglio ai gas serra pari a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno

Stufe e carte di credito insieme a frigoriferi, telefoni e tv: la famiglia dei rifiuti elettrici ed elettronici riciclabili (Raee) sta per raddoppiare, includendo una serie di altri prodotti finora considerati del tutto differenti per tipologia. Una novità che deriva dall'entrata in vigore ad agosto del decreto legislativo 49/2014 e che potrebbe creare dai 13mila ai 15mila posti di lavoro in più, ma anche un taglio ai gas serra pari a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. A dirlo è il consorzio Remedia, che si occupa della gestione di questo tipo di rifiuti.

Si passerà da 825mila a 2 milioni di tonnellate

Con la nuova norma si va da un sistema chiuso, in cui nell'insieme dei Raee rientrano solo 10 categorie di prodotti, al sistema "open scope", che apre a tutti gli apparecchi non esplicitamente esclusi. Nella categoria rientreranno carte di credito con chip, bici elettriche e a pedalata assistita, stufe a pellet e montascale. Per via del decreto, che recepisce una direttiva Ue, si passerà dalle attuali 825mila tonnellate di apparecchiature immesse al consumo a circa 2 milioni di tonnellate all'anno. Ad oggi è avviato al riciclo solo il 40%, mentre i target prevedono che si arrivi al 45% nel triennio 2016-2018 e al 65% dal 2019. Se gli obiettivi di raccolta saranno raggiunti, sottolinea il consorzio, si eviteranno emissioni per 2,2-2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, corrispondenti a un valore economico di 98-112 milioni di euro.

Si potrebbero risparmiare 1,25 miliardi di euro

Tra gli altri benefici per il portafogli, si calcola anche un risparmio nell'acquisto di materie prime pari a 1,25 miliardi di euro. "Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l'Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari", ha commentato il direttore generale di Remedia, Danilo Bonato. La necessità di riciclare, d'altra parte, è evidente se si guarda alla crescita dei Raee, alimentata dall'aumento del progresso e del benessere su scala mondiale. Secondo il rapporto "Global E-waste Monitor" diffuso dall'Onu a fine 2017, i rifiuti elettronici nel 2016 hanno raggiunto i 44,7 milioni di tonnellate a livello globale, un peso pari a 9 volte quello della piramide egiziana di Cheope, o a 4.500 torri Eiffel. Ad essere riciclato, nel mondo, è in media solo un dispositivo su cinque. Il dato, oltre a porre un problema di inquinamento, rappresenta uno spreco di metalli preziosi come oro, argento e rame. Il valore stimato dei materiali recuperabili nella spazzatura elettronica - calcola l'Onu - è di 55 miliardi di dollari, più del Pil di molte nazioni.

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