Embraco, Calenda annuncia: accordo su sospensione licenziamenti

Economia
Le proteste, nei giorni scorsi, dei lavoratori Embraco
Operai_Embraco_Ansa

Dopo l’incontro al Mise, il ministro dello Sviluppo economico ufficializza il congelamento dei circa 500 licenziamenti a Riva di Chieri almeno fino a fine anno. “Ora l'obiettivo è la reindustrializzazione”, spiega. Prudenti sindacati: “Soluzione anche da 1 gennaio 2019”

La vertenza Embraco arriva a una svolta: i licenziamenti nel Torinese sono stati congelati almeno fino a fine anno e in questi mesi si lavorerà per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri. È questa la soluzione a cui si è arrivati nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico. “È stato raggiunto l'accordo sulla sospensione dei licenziamenti per avere il tempo di operare sulla reindustrializzazione, su cui Embraco e Whirlpool si sono impegnate”, ha annunciato il ministro Carlo Calenda. Fino a fine 2018, ha spiegato, i lavoratori avranno lo stipendio pieno. Da settimane, non senza polemiche, era in corso una trattativa per cercare di scongiurare i circa 500 licenziamenti del sito di Riva di Chieri (Torino). L’Italia aveva chiesto anche una verifica all’Ue sugli aiuti di Stato slovacchi. “Siamo soddisfatti – ha detto Calenda –, ora l'obiettivo è la reindustrializzazione”. I sindacati, ha spiegato, hanno firmato l'accordo sul processo e “ovviamente non quello sui licenziamenti”.

Calenda: "Ora obiettivo è reindustrializzazione"

Calenda ha spiegato ancora: “Abbiamo messo in campo Invitalia con il nuovo Fondo contro le delocalizzazioni deliberato dal Cipe. In ogni caso, se la reindustrializzazione non avvenisse entro il periodo in cui i licenziamenti sono sospesi (il 2018,ndr), ma noi non riteniamo che questo possa accadere, c'è un paracadute in più che fino a ieri non c'era per gestire questi casi di delocalizzazione”. “Direi che siamo soddisfatti. L'obiettivo di sospendere i licenziamenti è raggiunto, ora l'obiettivo è di andare rapidamente alla reindustrializzazione”, ha aggiunto il ministro. Calenda ha ribadito  che “va avanti l'attività di pressione a livello europeo” perché “il problema non è solo Embraco. Vogliamo vederci chiaro sull'utilizzo dei fondi strutturali”. “Abbiamo messo in sicurezza l'accordo prima delle elezioni”, ha concluso il ministro.

L’azienda: “Passo importante”

In una nota, l’Embraco ha definito l’incontro al Mise un “passo importante nell'ambito di un rinnovato spirito di collaborazione” e ha confermato di avere “presentato una nuova soluzione alternativa per sostenere i dipendenti di Riva presso Chieri per un periodo di tempo più esteso, mantenendo le proprie attività operative fino alla fine del 2018”. L’azienda del gruppo Whirlpool, si legge ancora nel comunicato, “rimane impegnata a lavorare, nelle prossime settimane, in stretta collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori e con le istituzioni per finalizzare un accordo legalmente sostenibile e nei migliori interessi di lungo periodo per tutto il personale coinvolto”.

Chiamparino: “Ora inizia la vera sfida”

“Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci proponevamo, cioè il congelamento dei licenziamenti fino a tutto il 2018 e l'avvio di un serio lavoro per la reindustrializzazione dell'impianto. Con l'impegno, oltre che di Embraco, anche di Invitalia, che sarà attiva su questo fronte per tutto il 2019”, ha commentato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Il governatore ha ringraziato il ministro Calenda (“Ha avuto un ruolo determinante nella vicenda”) e ha aggiunto: “Da oggi inizia per tutti noi la vera sfida, quella di trovare soluzioni nuove che possano garantire piena occupazione a tutti i 500 lavoratori e lavoratrici di Embraco. Un obiettivo che è raggiungibile”.

Sindacati prudenti

Commenti prudenti sono arrivati dai sindacati, che sottolineano come i licenziamenti siano stati solo rinviati. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha commentato: “Il prolungamento del tempo è positivo, perché può venire fuori quello che oggi non s'intravede, ed è necessario per discutere e trovare una soluzione che consenta di salvare i posti di lavori e fare in modo che ci siano progetti non basati sul nulla”. “Non c'è accordo, ma si apre uno spiraglio per ribadire che bisogna ritirare i licenziamenti e aprire una trattativa vera”, ha detto invece il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. “È un passo avanti, ma è insufficiente per potere dichiarare conclusa positivamente la vertenza Embraco. Non siamo disponibili a firmare licenziamenti né ora né a fine anno”, ha ribadito Rocco Palombelli, segretario generale Uilm. E Lino La Mendola, della Fiom di Torino: “Ci aspettiamo che ci sia una soluzione anche dal primo gennaio 2019, in modo che nessun lavoratore venga cacciato contro la sua volontà. Noi i licenziamenti non li firmiamo”.

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