Calenda a Sky TG24: "Tassa su fesserie da campagna elettorale"

Economia

Il ministro dello Sviluppo Economico sul voto: "Questa campagna elettorale sta diventando un romanzo di fantascienza". Mentre su Alitalia si dice "meno ottimista su chiusura prima delle elezioni". Caso Embraco: "Obiettivo è far ritirare i licenziamenti"

“Io considererei fondamentale oggi mettere una tassa, quella sulle fesserie che si dicono in campagna elettorale, perché in questo modo avremmo fatto la prossima manovra”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, parlando delle promesse dei partiti durante la campagna elettorale. "Ogni giorno – ha proseguito – c’è qualcuno che dice qualcosa di gigantesco su qualunque tema. Questa campagna elettorale sta diventando un romanzo di fantascienza. A me sembra che Forza Italia faccia qualunque tipo di promessa, che Salvini dica cose di cui non sa nemmeno di cosa parla e ognuno la spara più grande. Mi rifiuto di commentare questa bailamme".

Governo di larghe intese? Avrebbero troppe poltrone da dividere

Ma Calenda è tornato ancora sul tema del voto del prossimo 4 marzo parlando della possibilità di un governo di larghe intese (LO SPECIALE). Se sarà questa la strada scelta "dovranno dividersi così tante poltrone che non credo ne offriranno a chi non è candidato". Quanto alla possibilità di essere chiamato, in caso di empasse politica, a ricoprire il ruolo di premier, Calenda ha spiegato: "Ho già detto che Paolo Gentiloni su questo è molto meglio di me. Se devono scegliere un presidente del Consiglio scelgano lui, fanno un miglior affare. Io lavoro molto bene con Gentiloni, perché è un signore, un’espressione desueta che però significa molto".

Alitalia, meno ottimista su chiusura prima delle elezioni

Mentre sulla questione Alitalia, il ministro ha spiegato: “Oggi sono meno ottimista di riuscire a chiudere prima delle elezioni”. “A un certo punto si era molto vicini, poi si sono un po' tirati indietro gli investitori per vedere come andranno le elezioni. Io continuerò a impegnarmi per chiudere e il calendario elettorale, per quel che mi concerne, è estremamente indifferente”, ha ribadito. “I commissari – ha spiegato - hanno lavorato bene e ad oggi il prestito ponte concesso dallo stato non è stato intaccato, tranne una garanzia alla Iata di 100 milioni di euro che è una garanzia, il che vuol dire che è stato fatto un buon lavoro sia sulla riduzione dei costi che sulla crescita dei ricavi, ma Alitalia da sola non può sostenersi nel lungo periodo, è un'azienda troppo piccola e compete ormai con i colossi. Per queste ragioni va venduta presto ma va venduta anche bene”.

Su Embraco: "Obiettivo è far ritirare licenziamenti"

Fra i temi affrontati dal ministro, anche quello della vertenza Embraco: “Per la soluzione ci vorrà molto tempo, quello che è l’obiettivo di stasera è far ritirare i licenziamenti. Siamo stati estremamente perentori con la Embraco, riteniamo un no del tutto inaccettabile, con tutte le conseguenze che questo potrebbe avere”. “L’azienda – ha proseguito Calenda - vuol delocalizzare in Slovacchia una produzione che storicamente ha fatto qui e bene. È un po' un esempio perverso che mostra che qualcosa nell'Ue ancora non funziona: i paesi dell'est attraggono gli investimenti con costo del lavoro e costi in generale più bassi, con accordi fiscali al limite da quello che è consentito dagli aiuti di stato. La cosa importante è che la crisi sia affrontata nel merito e che prima si ritirino i licenziamenti e poi si lavori alla reindustrializzazione del sito”.

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