Borse asiatiche a picco dopo crollo Wall Street, anche Milano in rosso

Economia
(Foto Getty Images)
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Perdono tutte le piazze europee. Tokyo segna il maggior ribasso giornaliero dal 2016. Ieri negli Usa la battuta d’arresto peggiore dal 2011

Si estende alle Borse asiatiche ed europee la correzione che ieri ha affossato Wall Street facendo registrare la battuta d’arresto più vistosa dal 2011 a oggi con il Dow Jones a -4,62%. Milano, dopo un’apertura in profondo rosso con l'indice Ftse Mib che ha ceduto del 3,6%, si conferma debole ma al di sopra dei minimi della mattinata (-1,76%, 22.420 punti). In risalita, rispetto a qualche ora fa, anche Parigi (-1,45%), Madrid e Francoforte (-1,7%). Sui mercati, da tempo ai massimi, domina il timore per una ripresa dell'inflazione e un'accelerazione dei tassi Usa, con conseguente deprezzamento anche di tutto il comparto obbligazionario.

Tokyo mai così male dal 2016

La Borsa di Tokyo segna il maggior ribasso giornaliero da giugno 2016, riflettendo l'andamento degli indici azionari statunitensi. L'indice Nikkei ha registrato un crollo del 4,73%, assestandosi a quota 21.610,324, cedendo 1.071 punti. Sul fronte dei cambi, lo yen prosegue la manovra di rivalutazione sul dollaro a quota 108,80, e a 134,0 sulla moneta unica. Nei mercati asiatici, inoltre, Hong Kong cede il 4,4%, Shanghai il 3,35%, Shenzhen il 4,44% e Seul l'1,5%. Sydney ha chiuso con un -3,3%.

Salgono i futures Usa

Positivi i futures Usa dopo il grande gelo della vigilia caduto su Wall Street con l'insediamento di Jerome Powell al vertice della Fed. I contratti sul Dow Jones al marzo del 2018 segnano un rialzo dello 0,4%, mentre quelli sul Nasdaq salgono dell'1,11%. Il timore di un rialzo dei tassi in più ha spaventato ieri i mercati, complici anche alcuni algoritmi finanziari, la cui correzione al ribasso era però attesa dato che - come fa notare un responsabile di sala operativa - gli hedge fund, i fondi speculativi, hanno già anticipato "accorciando le loro posizioni", prendendo beneficio dei recenti rialzi di borsa. "Le borse scendono - spiega un operatore - per motivi finanziari e non economici, come dimostra il rialzo del dollaro a 1,24 sull'euro".

Consiglieri frenano Trump

Intanto, dopo la giornata nera di ieri, secondo i media americani i consiglieri di Donald Trump starebbero cercando di convincerlo a prendere le distanze a Wall Street: a non citare più, o almeno a citare meno, il rally della Borsa, nonostante la corsa dei listini americani sia un cavallo di battaglia del presidente Usa dai tempi della sua elezione.

Preoccupano i dati sul lavoro

Già venerdì la Borsa americana aveva mostrato segni di cedimento, ma quello di ieri è il calo intraday maggiore della storia del listino in termini di punti: il Dow Jones ha chiuso in calo del 4,62% a 24.345,23 punti e ha eroso i guadagni del 2018, il Nasdaq ha ceduto il 3,78% a 6.967,53 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 4,11% a 2.648,54 punti. Secondo gli osservatori, i dati recenti sul mercato del lavoro, che hanno registrato un balzo dei salari ai massimi dal 2009, sono un segnale iniziale di un surriscaldamento dell'economia. Inoltre, riferiscono alcuni analisti, il calo di Wall Street è molto simile al flash crash del 2010.

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