Lavoro, rapporto dell'Istat: 916mila dipendenti in più tra 2013 e 2016

Economia
Foto d'archivio (Getty Images)
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È questo uno dei dati contenuti nel documento presentato a Roma. Ma nel 2016, il tasso di occupazione per i 15-34enni è del 39,9%, in calo di 10,4 punti rispetto al 2008. "Negli ultimi due anni", però, la condizione dei giovani "mostra segnali di miglioramento"

Dal 2013 al 2016 sono stati attivati 40,68 milioni di rapporti di lavoro, mentre ne sono cessati 39,15 milioni. Il saldo è di 916 mila posizioni in più in quest'arco di tempo. È quanto rivela il Rapporto sul mercato del lavoro elaborato da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpals presentato a Roma. Negli ultimi due anni - si legge nel documento - "la ripresa accelera e il mercato del lavoro recupera, in buona parte, i livelli occupazionali precedenti la crisi". La ripresa economica ha "una elevata intensità occupazionale". Nei prossimi 20 anni, però, dice ancora il Rapporto, è "altamente probabile che l'Italia perderà 3 milioni e mezzo di individui in età lavorativa (15-69 anni), con un decremento più consistente nella classe adulta (-24,7% nella fascia d'età 35-54 anni) e giovane (-7,4% in quella con meno di 35 anni), e un incremento atteso nella classe d'età più matura (+17,6%)".

Nel 2016 il tasso di occupazione per i 15-34enni è del 39,9%

Nel 2016, si legge ancora nel Rapporto, il tasso di occupazione per i 15-34enni si è attestato al 39,9% ed è diminuito di 10,4 punti rispetto al 2008, a fronte di un aumento di 16 punti per i 55-64enni (salito al 50,3%). "Negli ultimi due anni" tuttavia la condizione dei giovani "mostra segnali di miglioramento": dopo otto anni di calo, il tasso di occupazione dei 15-34enni torna a crescere nel 2015 e soprattutto nel 2016 (+0,1 e +0,7 punti).

Occupazioni brevi per 4 milioni di persone nel 2016

I lavoratori con contratti di breve durata risultano poco meno di 4 milioni nel 2016, in forte crescita dai 3 milioni del 2012. Si va dai contratti a termine fino a tre mesi (quasi 1,8 milioni nel 2016) alle collaborazioni e ai voucher (anche questi ultimi, poi aboliti, quasi 1,8 milioni lo scorso anno). Parallelamente sono aumentati i committenti di lavori brevi, che dal 2015 superano il milione. Il valore economico dei rapporti di lavoro brevi, misurato sulla base delle retribuzioni lorde, indica inoltre il rapporto, era dell'ordine dei 9,7 miliardi nel 2012, saliti a 12 miliardi nel 2016. I percorsi di transizione verso forme strutturate di lavoro dipendente hanno riguardato il 44% dei lavoratori nel 2016 non più impegnati in questo tipo di rapporti, viene sottolineato.

Buona ripresa nel privato, calo per lavoro indipendente e Pa

La ripresa dell'occupazione, si legge nel rapporto, "è rilevante per il lavoro dipendente e nel settore privato, mentre continua il declino del lavoro indipendente e della amministrazione pubblica" con una riduzione di 220 mila unità fra il 2008 e 2016 "a causa del lungo blocco del turnover".

Infortuni: nel 2016 +1% di denunce

Il Rapporto fa anche il punto sugli infortuni sul lavoro. Nel 2016 sono arrivate all'Inail 561.000 denunce (al netto di quelli occorsi a studenti, casalinghe e marittimi) con un incremento dell'1% rispetto al 2015 (-27,5% sul 2010). Gli infortuni riconosciuti sul lavoro per il 2016 sono più di 372 mila, di cui circa il 21% "fuori dall'azienda" (cioè "in occasione di lavoro con mezzo di trasporto coinvolto" e "in itinere"). Delle 1.091 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale (erano 1.275 nel 2015, 1.491 nel 2010) gli infortuni accertati sono stati 616 (di cui 332, pari al 54%, "fuori dall'azienda"). Se anche i casi, ancora in istruttoria, fossero tutti riconosciuti si avrebbe una diminuzione del 13,7% rispetto al 2015 e di circa il 35% rispetto al 2010. L'interruzione di una serie che vedeva in calo il dato infortunistico ormai da molti anni trova "parziale spiegazione nella ripresa economica e occupazionale che allarga la platea esposta al rischio in termini quantitativi o di intensità (per chi, ad esempio, già lavorando ha visto aumentare i ritmi di lavoro)", spiega il Rapporto.

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