Draghi: "Più crescita è la chiave per ridurre il debito"

Economia
Foto d'archivio (Getty Images)
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Da Francoforte, il governatore della Banca centrale europea risponde alle pressioni tedesche per lo stop alla politica espansiva. E ricorda: “Su inflazione troppo presto per dichiarare vittoria”

Per Mario Draghi non c’è “alcun motivo per deviare dalle indicazioni” che la Bce ha dato. Verranno dunque mantenute le linee guida che sono state indicate sia sui tassi d’interesse, che sull’acquisto di titoli. Il presidente della Banca centrale europea lo ha ribadito durante una conferenza a Francoforte, in risposta alle pressioni della Germania che vorrebbe che la Bce inizi a dare indicazioni per una stretta monetaria.

 

Replica alla richiesta della Bundesbank - Il 5 aprile, cioè proprio il giorno prima dell’intervento di Draghi, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, aveva chiesto una riduzione del volume di acquisti di titoli pubblici e privati (quantitative easing) condotto dalla Bce, per tenere conto delle migliori prospettive di inflazione. Ma Draghi, nella risposta fornita oggi, sembra aver escluso quest'ipotesi.

 

Inflazione: "Troppo presto per dichiarare vittoria" - Draghi ha avvertito: “Nonostante i segni di miglioramento, è chiaramente troppo presto per dichiarare vittoria”, per quel che riguarda l’inflazione. Anzi, “al momento c’è ragione per essere cauti nel valutare quanto le prospettive dell’inflazione si siano stabilizzate”. Per sostenere la dinamica dei prezzi, ha ricordato Draghi, rimarrà comunque fondamentale “la continuazione del sostegno monetario”. A rallentare l’inflazione, nonostante l’azione della Bce, ci sarebbe anche la bassa crescita dei salari che sono “ben al di sotto delle medie storiche”. 

 

Il miglioramento della ripresa nell'Eurozona - Mentre sull’inflazione serve cautela, sul valutare la ripresa dell’Eurozona si può parlare, secondo Draghi, di un miglioramento e di un ritorno di forza. “La ripresa”, ha spiegato, “sta traendo spinta da un circolo virtuoso fra consumi in rialzo, crescita dell’occupazione e redditi da lavoro”.

 

La riduzione del debito - Il debito, intanto, sta venendo ridotto grazie alla “crescita nominale” e, praticamente per la prima volta dall’introduzione dell’euro, “la spesa sale, mentre l’indebitamento scende”. Draghi ha ricordato anche come “il contributo della crescita nominale è sempre stato decisivo per il successo” del deleveraging, cioè della necessaria riduzione di un debito troppo alto.

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