
19 settembre. Alibaba, il gigante dell'ecommerce cinese, sbarca a Wall Street

Il prezzo delle azioni era fissato a 68, ma le contrattazioni hanno aperto a 92,70 dollari. La soddisfazione di Jack Ma (foto)

A fine giornata il titolo ha chiuso a 93,38 con un rialzo pari al 37,32% rispetto al presso fissato all'Ipo di 68 dollari per azioni

21,77 miliardi di dollari. È quanto ha raccolto Alibaba con l'initial public offering, divenendo la maggiore Ipo della storia Usa. Il 19 settembre è il primo giorno di quotazioni a Wall Street: gli scambi al New York Stock Exchange sotto il simbolo BABA –

Il calcolo non considera -dice una nota- il possibile esercizio delle opzioni da parte delle banche: se esercitate porterebbero a 25 mld l'Ipo e sarebbe la più grande della storia (primato, 22,1 mld di dollari, di Agricultural Bank of China) -

Il colosso cinese ha fissato a 68 dollari il prezzo delle azioni nell'Ipo, cifra con la quale è valutata 167,7 miliardi di dollari: più di eBay, Twitter e LinkedIn insieme. Il prezzo all’inizio era tra 60 e 66 dollari per poi essere ritoccato a 66-68

Alibaba ha una struttura societaria complessa, basata sulla partnership: per la normativa cinese gli investitori stranieri non possono controllare direttamente asset strategici del Paese. Da qui il ricorso a una “entità a interesse variabile” -

Chi acquisterà azioni Alibaba, quindi, non acquisterà di fatto una piccola quota della società ma le azioni di un'entità registrata alle Cayman che per contratto riceve profitti da Alibaba e dai suoi asset ma che non li controlla -

Tra coloro che più beneficeranno dello sbarco in Borsa c'è sicuramente Jack Ma, il fondatore dell'azienda, considerato una sorta di Bill Gates cinese -

Istrionico e eccentrico, Ma ha fondato Alibaba nel 1999 come servizio business to business per collegare i produttori cinesi con aziende estere -

Il nome Alibaba, ricorda Jack Ma, è stato scelto a San Francisco. Fu lo stesso fondatore a fare un rapido sondaggio tra le persone che incontrava: tutti sapevano chi era Alibaba -

Nell'ultimo anno fiscale il gruppo Alibaba ha fatturato 8,45 miliardi di dollari e realizzato profitti per 3,75 miliardi -

Il business di Alibaba si fonda sulle commissioni che trattiene per ogni transazione che avviene sui suoi siti e sugli introiti per dalla pubblicità. Ad oggi un terzo delle transazioni avviene attraverso dispositivi mobili -

Jack Ma, il fondatore e numero uno, è una figura fuori dalle righe. Ai festeggiamenti per i 10 anni del gruppo si è esibito sul palco come cantante -

Anche in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni di Taobao, l'equivalente cinese di eBay, Ma ha deciso di esibirsi in versione artista pop. Taobao è stato fondato nel 2003 -

A questi eventi celebrativi partecipano i dipendenti dell'azienda con le loro famiglie. Nel portofolio del gruppo c'è anche il portale Tmall, l'equivalente di Amazon -

Ma è una celebrità riconosciuta internazionalmente. Anche importanti uomini di governo stranieri, come il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, hanno reso omaggio all'imprenditore cinese -

Oggi 4 yuan su 5 spesi in commercio elettronico in Cina viaggiano attraverso i siti del gruppo Alibaba. E le prospettive sono buone visto che al momento solo il 50 % della popolazione cinese accede a Internet -

Alibaba sarà collocata in borsa con simbolo BABA. Ad attirare gli investitori sono anche i margini dell'azienda che, nell'ultimo trimestre, hanno raggiunto il 43 % -

Il quartier generale della società si trova a Hangzhou nella Cina occidentale. Nell'ultimo trimestre, il secondo dell'anno fiscale, Alibaba ha riportato profitti per 2 miliardi di dollari -

Un'area ricreativa del quartier generale di Alibaba. Con il collocamento nella borsa americana l'azienda raggiunge il motore di ricerca cinese Baidu, anch'esso è quotato a New York -

Gli esercizi commerciali e le piccole aziende che vendono attraverso i siti del gruppo Alibaba sono milioni. L'anno scorso, secondo dati forniti dalla società, 8 milioni di rivenditori hanno venduto almeno un articolo -

Secondo un'inchiesta del Financial Time, però, negli ultimi tempi molti rivenditori avrebbero lasciato Taobao a causa dell'eccessiva competizione e dei crescenti costi per la pubblicità. Secondo l'azienda molti si sono spostati su altri portali del gruppo