E' scattato oggi primo ottobre il rialzo di un punto dell'aliquota al 21%. Tra i prodotti diventati più costosi elettrodomestici, servizi legali, calzature, articoli sportivi. Effetti anche sui carburanti. Si "salvano" molti prodotti alimentari
Shopping più amaro da oggi 1 ottobre. Con l'aumento dell'aliquota Iva, dal 21 al 22%, gran parte dei prodotti rincarano (GUARDA LA GALLERY): dalle scarpe ai frigoriferi, dall'abbonamento in piscina alla palestra al rossetto, dal detersivo per i pavimenti al biglietto per il parco di divertimenti. Più cari anche il vino e il caffè.
Amplissimo il paniere ma gli aumenti non sono proprio su tutto. Nella spesa alimentare al supermercato, per esempio, non dovrebbero sentirsi grandi differenze. La maggior parte dei prodotti del carrello sono infatti tassati con le aliquote Iva più basse. In altri termini, non aumenterà il prezzo del pane, della carne, del pesce, del latte, delle uova, etc. Fermi anche i prezzi per il biglietto del cinema o per quello del teatro. L'aumento dell'Iva al 22% non impatta neanche sul gelato, sul farmaco o sul conto dell'albergo.
Diversi gli impatti a seconda del prezzo dei prodotti: se sulla t-shirt, sul quaderno di scuola o sulla saponetta l'aumento non sarà percettibile, e su un paio di scarpe da 100 euro, Iva inclusa, il rincaro sarà di poco superiore agli 80 centesimi, discorso ben diverso è sui beni più costosi: dagli elettrodomestici alle automobili, dai gioielli ai pacchetti vacanza, dal tablet alla parcella dell'avvocato.
L'effetto dell'aumento dell'Iva si scarica sulla rete carburanti con aumenti dell'ordine di 1,5 cent euro/litro sulla benzina, 1,4 sul diesel e 0,7 sul Gpl. Tuttavia Quotidiano Energia segnala la decisione di Eni di attenuare l'impatto tenendo conto del ribasso registrato ieri 30 settembre dai mercati internazionali e ha alzato il prezzo della benzina solo di 0,9 centesimi.
La Confcommercio calcola che, in una situazione in cui l'inflazione è sostanzialmente sotto controllo, con l'aumento dell'Iva si avrà comunque un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014.
Nelle prossime settimane il governo, se otterrà la fiducia, dovrebbe anche rimettere mano al dossier Iva con la revisione delle aliquote. In altri termini una complessiva riforma della tassa sui consumi, per incentivare l'emersione di alcuni settori e tassare maggiormente altri. Ma la strada per una revisione del paniere non è in discesa. Innanzitutto ci sono i vincoli di Bruxelles perché l'Iva è un'imposta europea. Il dossier poi si presenta comunque delicato perche' l'obiettivo e' quello di spostare alcuni beni da una fascia di tassazione (sono tre: 22%, 10% e 4%) a un'altra mantenendo comunque complessivamente l'invarianza di gettito.
Amplissimo il paniere ma gli aumenti non sono proprio su tutto. Nella spesa alimentare al supermercato, per esempio, non dovrebbero sentirsi grandi differenze. La maggior parte dei prodotti del carrello sono infatti tassati con le aliquote Iva più basse. In altri termini, non aumenterà il prezzo del pane, della carne, del pesce, del latte, delle uova, etc. Fermi anche i prezzi per il biglietto del cinema o per quello del teatro. L'aumento dell'Iva al 22% non impatta neanche sul gelato, sul farmaco o sul conto dell'albergo.
Diversi gli impatti a seconda del prezzo dei prodotti: se sulla t-shirt, sul quaderno di scuola o sulla saponetta l'aumento non sarà percettibile, e su un paio di scarpe da 100 euro, Iva inclusa, il rincaro sarà di poco superiore agli 80 centesimi, discorso ben diverso è sui beni più costosi: dagli elettrodomestici alle automobili, dai gioielli ai pacchetti vacanza, dal tablet alla parcella dell'avvocato.
L'effetto dell'aumento dell'Iva si scarica sulla rete carburanti con aumenti dell'ordine di 1,5 cent euro/litro sulla benzina, 1,4 sul diesel e 0,7 sul Gpl. Tuttavia Quotidiano Energia segnala la decisione di Eni di attenuare l'impatto tenendo conto del ribasso registrato ieri 30 settembre dai mercati internazionali e ha alzato il prezzo della benzina solo di 0,9 centesimi.
La Confcommercio calcola che, in una situazione in cui l'inflazione è sostanzialmente sotto controllo, con l'aumento dell'Iva si avrà comunque un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014.
Nelle prossime settimane il governo, se otterrà la fiducia, dovrebbe anche rimettere mano al dossier Iva con la revisione delle aliquote. In altri termini una complessiva riforma della tassa sui consumi, per incentivare l'emersione di alcuni settori e tassare maggiormente altri. Ma la strada per una revisione del paniere non è in discesa. Innanzitutto ci sono i vincoli di Bruxelles perché l'Iva è un'imposta europea. Il dossier poi si presenta comunque delicato perche' l'obiettivo e' quello di spostare alcuni beni da una fascia di tassazione (sono tre: 22%, 10% e 4%) a un'altra mantenendo comunque complessivamente l'invarianza di gettito.