"Siamo a un punto di svolta del ciclo" afferma il ministro. E spiega: "All'inizio le imprese aumentano la produzione senza incrementare l’occupazione, ma non vuol dire che la ripresa non sia iniziata". E su Imu e Iva: "Bisogna fare scelte di priorità"
"Credo che la recessione sia finita" e "che l'economia entrerà in ripresa: siamo a un punto di svolta del ciclo". Così, ospite di SkyTG24, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni traccia il quadro della nostra economia (L'INTERVISTA INTEGRALE).
Riguardo ai dati negativi sull’occupazione, secondo Saccomanni, dopo una fase di recessione "le imprese aumentano la produzione senza incrementare l’occupazione ma non vuol dire che la ripresa non sia iniziata". E spiega: "I dati sull’occupazione sono ancora negativi, ma quelli della produzione sono positivi, vanno interpretati".
Saccomanni sottolinea inoltre che "gli economisti fino a ieri stimavano un calo del Pil molto più grave nel secondo trimestre" di quello reale e così pure una previsione del Pil a -2% nel 2013 è "pessimistica": "Credo che il dato risentisse della stasi politica che ha caratterizzato l'economia fino a maggio a quel punto però c’è stato l'effetto delle misure di rilancio".
"Il dato importante di oggi è che gli economisti stimavano un calo dello 0,4, invece il risultato è stato -0,2%. Se riusciamo ad avere un segno positivo nel quarto trimestre renderemo più semplice la gestione dell'economia e della finanza pubblica" continua del ministro a proposito di una possibile manovra a fine anno.
Riguardo poi il tema dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, "a settembre quando avremo la mappatura completa dei debiti della P.a. saremo in grado di quantificare l’importo di un'eventuale accelerazione dei pagamenti nell’ultima parte dell’anno" dice il ministro. Stimo altri 10 miliardi (30 quest’anno) e 20 all’inizio del prossimo".
Sulle risorse necessarie per sciogliere i nodi di Imu e Iva, Saccomanni chiarisce: "Abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse", perciò "bisogna accettare il peso politico di fare delle scelte di priorità".
Riguardo ai dati negativi sull’occupazione, secondo Saccomanni, dopo una fase di recessione "le imprese aumentano la produzione senza incrementare l’occupazione ma non vuol dire che la ripresa non sia iniziata". E spiega: "I dati sull’occupazione sono ancora negativi, ma quelli della produzione sono positivi, vanno interpretati".
Saccomanni sottolinea inoltre che "gli economisti fino a ieri stimavano un calo del Pil molto più grave nel secondo trimestre" di quello reale e così pure una previsione del Pil a -2% nel 2013 è "pessimistica": "Credo che il dato risentisse della stasi politica che ha caratterizzato l'economia fino a maggio a quel punto però c’è stato l'effetto delle misure di rilancio".
"Il dato importante di oggi è che gli economisti stimavano un calo dello 0,4, invece il risultato è stato -0,2%. Se riusciamo ad avere un segno positivo nel quarto trimestre renderemo più semplice la gestione dell'economia e della finanza pubblica" continua del ministro a proposito di una possibile manovra a fine anno.
Riguardo poi il tema dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, "a settembre quando avremo la mappatura completa dei debiti della P.a. saremo in grado di quantificare l’importo di un'eventuale accelerazione dei pagamenti nell’ultima parte dell’anno" dice il ministro. Stimo altri 10 miliardi (30 quest’anno) e 20 all’inizio del prossimo".
Sulle risorse necessarie per sciogliere i nodi di Imu e Iva, Saccomanni chiarisce: "Abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse", perciò "bisogna accettare il peso politico di fare delle scelte di priorità".