Cipro, i prelievi potrebbero arrivare fino al 40%

Economia
Proteste davanti alla Bank of Cyprus
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Il ministro delle Finanze Sarris ipotizza perdite shock per i correntisti con depositi sopra i 100 mila euro. Per la Chiesa ortodossa danni fino a 100 milioni. Il Consiglio di amministrazione della Bank of Cyprus respinge le dimissioni del presidente

Un colpo di mannaia sui loro risparmi che potrebbe arrivare fino al 40%: è quello che si aspettano ormai i correntisti con depositi oltre 100 mila euro nelle due maggiori banche cipriote - la Bank of Cyprus e la Laiki Bank - al centro del piano di ristrutturazione del sistema bancario di Cipro concordato dal governo di Nicosia con l'Eurogruppo per evitare la bancarotta. E la sola Chiesa ortodossa ha calcolato di avere già perso oltre 100 milioni di euro di capitale. A dare la scioccante notizia è stato il ministro delle Finanze Michalis Sarris, parlando alla Bbc. Il ministro ha precisato anche che i controlli sui conti e i depositi per evitare una fuga di capitali "si protrarranno per alcune settimane".

A Cipro le banche sono rimaste chiuse il 26 marzo per il decimo giorno consecutivo (nonostante la Banca Centrale ne avesse annunciato la riapertura) e migliaia di studenti liceali si sono riversati nelle strade della capitale scandendo slogan contro la troika e i banchieri locali, ritenuti responsabili della situazione attuale. Alle proteste hanno preso parte anche alcune centinaia di bancari che rischiano di perdere il lavoro insieme con migliaia di loro colleghi. Mentre il contante continua a scarseggiare perché l'importo che si può prelevare dai bancomat è sceso ad un massimo di soli 100 euro, verso la mezzanotte del 26 marzo il ministero delle Finanze, d'accordo con la Banca Centrale, ha annunciato che anche gli sportelli degli istituti di credito non coinvolti nella ristrutturazione sarebbero rimasti chiusi.

Bank of Cyprus e Laiki Bank, si era detto, avrebbero riaperto i battenti giovedì 28 ma adesso - dal momento che lunedì a Cipro è una festività civile - sono in molti a temere che la riapertura delle banche possa slittare a martedì prossimo per dare tempo agli istituti di prepararsi meglio al temuto assalto di clienti. La penuria di contante sta creando anche situazioni caotiche e paradossali: stamane, nelle sedi distaccate del ministero del Lavoro, per riscuotere il pagamento dei contributi previdenziali, gli impiegati non accettavano come da prassi consolidata assegni bancari, ma esigevano denaro contante.

Notizie più rassicuranti, invece, circa le succursali delle banche cipriote in Grecia sono arrivate da Atene dove la Banca del Pireo ha ufficializzato l'acquisto, per 524 milioni di euro, delle filiali greche di Cyprus Bank, Laiki Bank ed Hellenic Bank. Proprio in segno di protesta contro la vendita delle succursali della Bank of Cyprus alla Banca del Pireo e delle modalità con cui parte della Laiki sarà assorbita dalla Bank of Cyprus prima di essere liquidata, Andreas Artemis, il presidente della Bank of Cyprus, aveva annunciato le proprie dimissioni nella mattina del 26 marzo con una lettera inviata al Consiglio di amministrazione della banca che le ha poi respinte. Passate sotto l'ombrello greco, le filiali delle banche in Grecia non subiranno le perdite imposte ai loro ormai ex gruppi ciprioti e potranno riaprire mercoledì 27 marzo.

Perdite ingenti, per oltre 100 milioni di euro, subirà invece la potente Chiesa ortodossa di Cipro come ha rivelato il suo stesso capo, l'arcivescovo Chrysostomos II. "Il capitale di proprietà della Chiesa, che ammontava ad oltre 100 milioni di euro, è andato perso. Ci saranno ancora molte difficoltà, alcuni perderanno il lavoro, gli affamati si moltiplicheranno e dovremo avere cura della gente", ha aggiunto l'alto prelato. La Chiesa cipriota, proprietaria di un immenso patrimonio immobiliare sull'isola, aveva ed ha tuttora interessi ed azioni in numerose banche e attività industriali e commerciali tra cui alberghi e distillerie. Mercoledì scorso, all'indomani del 'no' del Parlamento a un piano di salvataggio dell'Ue che prevedeva un pesante prelievo forzoso sui depositi bancari, Chrisostomos si era offerto di aiutare il Paese a uscire dalla crisi ipotecando i beni della Chiesa in cambio di titoli di Stato.

Nel quasi impossibile tentativo di tranquillizzare i ciprioti, nella serata del 26 marzo il ministro Sarris ha dichiarato che "l'uscita di Cipro dall'eurozona è un'ipotesi che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione". E il governatore della Banca Centrale, Panicos Demetriades, dopo avere detto che "è in atto uno sforzo sovrumano per far sì che le banche riaprano giovedì", ha rassicurato che le restrizioni che saranno imposte ai movimenti dei capitali non saranno troppo rigide. Da Parigi, il presidente francese Francois Hollande ha detto di considerare Cipro "un caso unico" ed ha ammonito: la garanzia dei depositi bancari nell'Unione europea "deve essere un principio assoluto, irrevocabile".

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