Polemiche in Germania dopo l’intervista del premier italiano a Der Spiegel. Il portavoce della Merkel: “Non crediamo in una rottura nell’eurozona”. E il professore precisa: "Non discuto l'autonomia dei parlamenti, ma serve più flessibilità"
Pioggia di critiche su Mario Monti da parte di politici tedeschi di destra e sinistra dopo l'intervista allo Spiegel in cui il premier italiano ha parlato della crisi e del rischio di spinte antitedesche. Il presidente del Consiglio non è piaciuto nemmeno alla stampa di Berlino che lo ha attaccato in particolare sulla frase riguardante i presunti vincoli parlamentari all'azione di governo. E sempre lunedì 6 agosto il portavoce di Angela Merkel, fa sapere che il cancelliere tedesco non condivide i timori di una rottura dell'Eurozona espressi nella stessa intervista da Monti (che aveva detto: “Questa crisi rischia di disintegrare l’Europa”).
Il cancelliere invita anche a una "maggiore calma" nel dibattito politico sulle risposte alla crisi e, a proposito dell'apertura della Bce all'acquisto di titoli di Stato dei paesi in difficoltà, afferma che "il governo tedesco non ha il minimo dubbio che tutto ciò che la Bce sta facendo o farà rientri nel suo mandato".
La precisazione di Monti - Le critiche piovute addosso al premier lo hanno spinto, nel tardo pomeriggio di lunedì 6 giugno, a diramare una nota per precisare il suo pensiero. "Sono convinto che la legittimazione democratica parlamentare sia fondamentale nel processo d’integrazione europea", dice il premier. Che aggiunge: "Non ho inteso in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi, penso vada rafforzato tanto sul piano nazionale che su quello europeo [...] Ho unicamente voluto sottolineare la necessità al fine di compiere passi avanti nell’integrazione europea che si mantenga un costante e sistematico dialogo fra governo e parlamento. Infatti, nel corso dei negoziati tra governi a livello di Unione europea, può rivelarsi necessaria una certa flessibilità per giungere ad un accordo, da esercitarsi sempre nel solco di scelte condivise con il proprio parlamento".
Il segretario della Csu: “Attentato alla democrazia” - Pesanti le critiche a Monti dal mondo politico tedesco. Il segretario della Csu bavarese, Alexander Dobrindt, parla di "attentato alla democrazia", aggiungendo che "la brama di soldi dei contribuenti tedeschi spinge il signor Monti a un florilegio anti-democratico". "Il signor Monti ha bisogno evidentemente di una chiara risposta che noi tedeschi non saremo disposti ad abrogare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani".
L'allusione è alla frase pronunciata nell'intervista da Monti, secondo il quale, "se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro Parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell'Europa sarebbe più probabile di un'integrazione".
Scheffler: “Monti vuole scaricare problemi Italia su Germania” - Le affermazioni di Monti non sono piaciute nemmeno al deputato liberale Frank Scheffler, secondo il quale "Monti vuole risolvere i suoi problemi a spese dei contribuenti tedeschi e li impacchetta in una lirica europea". Anche il presidente dei liberali tedeschi al Bundestag, Rainer Bruederle, afferma che in fatto di riforme "bisogna fare attenzione a che l'Europa rimanga democraticamente legittimata". Negativa infine pure la reazione del vice capogruppo socialdemocratico, Joachim Poss, per il quale "l'accettazione dell'euro ed il suo salvataggio sono rafforzati dai parlamenti nazionali e non indeboliti". Il deputato della Spd aggiunge che in Italia "gli inenarrabili anni del berlusconismo hanno fatto soffrire il senso del parlamentarismo".
Westerwelle: “Abbassiamo i toni” - Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle (che nei giorni scorsi ha dichiarato: "L'Euro può fallire anche per troppa solidarietà") ha invece lanciato un appello ai politici perché trattengano la lingua quando parlano della crisi della zona euro. Le osservazioni di Westerwelle, tuttavia, più che un richiamo a Monti sembra un monito alla Csu bavarese, partito di governo, il cui leader Markus Soeder ha detto al Bild am Sonntag che Berlino dovrebbe tagliare i cordoni della borsa alla Grecia entro la fine del 2012, prima che sia troppo tardi. "Il tono del dibattito è estremamente pericoloso", ha detto Westerwelle in una nota. "Dobbiamo fare attenzione a non portare l'Europa alla morte con le nostre parole. Non possiamo consentire che le nostre azioni si riducano al tentativo di conquistare un più alto profilo in patria - e questo vale anche per la Germania".
Il cancelliere invita anche a una "maggiore calma" nel dibattito politico sulle risposte alla crisi e, a proposito dell'apertura della Bce all'acquisto di titoli di Stato dei paesi in difficoltà, afferma che "il governo tedesco non ha il minimo dubbio che tutto ciò che la Bce sta facendo o farà rientri nel suo mandato".
La precisazione di Monti - Le critiche piovute addosso al premier lo hanno spinto, nel tardo pomeriggio di lunedì 6 giugno, a diramare una nota per precisare il suo pensiero. "Sono convinto che la legittimazione democratica parlamentare sia fondamentale nel processo d’integrazione europea", dice il premier. Che aggiunge: "Non ho inteso in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi, penso vada rafforzato tanto sul piano nazionale che su quello europeo [...] Ho unicamente voluto sottolineare la necessità al fine di compiere passi avanti nell’integrazione europea che si mantenga un costante e sistematico dialogo fra governo e parlamento. Infatti, nel corso dei negoziati tra governi a livello di Unione europea, può rivelarsi necessaria una certa flessibilità per giungere ad un accordo, da esercitarsi sempre nel solco di scelte condivise con il proprio parlamento".
Il segretario della Csu: “Attentato alla democrazia” - Pesanti le critiche a Monti dal mondo politico tedesco. Il segretario della Csu bavarese, Alexander Dobrindt, parla di "attentato alla democrazia", aggiungendo che "la brama di soldi dei contribuenti tedeschi spinge il signor Monti a un florilegio anti-democratico". "Il signor Monti ha bisogno evidentemente di una chiara risposta che noi tedeschi non saremo disposti ad abrogare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani".
L'allusione è alla frase pronunciata nell'intervista da Monti, secondo il quale, "se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro Parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell'Europa sarebbe più probabile di un'integrazione".
Scheffler: “Monti vuole scaricare problemi Italia su Germania” - Le affermazioni di Monti non sono piaciute nemmeno al deputato liberale Frank Scheffler, secondo il quale "Monti vuole risolvere i suoi problemi a spese dei contribuenti tedeschi e li impacchetta in una lirica europea". Anche il presidente dei liberali tedeschi al Bundestag, Rainer Bruederle, afferma che in fatto di riforme "bisogna fare attenzione a che l'Europa rimanga democraticamente legittimata". Negativa infine pure la reazione del vice capogruppo socialdemocratico, Joachim Poss, per il quale "l'accettazione dell'euro ed il suo salvataggio sono rafforzati dai parlamenti nazionali e non indeboliti". Il deputato della Spd aggiunge che in Italia "gli inenarrabili anni del berlusconismo hanno fatto soffrire il senso del parlamentarismo".
Westerwelle: “Abbassiamo i toni” - Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle (che nei giorni scorsi ha dichiarato: "L'Euro può fallire anche per troppa solidarietà") ha invece lanciato un appello ai politici perché trattengano la lingua quando parlano della crisi della zona euro. Le osservazioni di Westerwelle, tuttavia, più che un richiamo a Monti sembra un monito alla Csu bavarese, partito di governo, il cui leader Markus Soeder ha detto al Bild am Sonntag che Berlino dovrebbe tagliare i cordoni della borsa alla Grecia entro la fine del 2012, prima che sia troppo tardi. "Il tono del dibattito è estremamente pericoloso", ha detto Westerwelle in una nota. "Dobbiamo fare attenzione a non portare l'Europa alla morte con le nostre parole. Non possiamo consentire che le nostre azioni si riducano al tentativo di conquistare un più alto profilo in patria - e questo vale anche per la Germania".