La Fiat in Italia: giallo sulle parole di Marchionne

Economia

L'ad del Lingotto: "Siamo una multinazionale con attività in tutto il mondo, chi pensa di condizionarci si sbaglia". Poi chiarisce: "Mai parlato di lasciare il Paese". Firmato l'accordo sulla mobilità incentivata per i dipendenti di Termini Imerese

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Mentre si chiude l'accordo tra Fiat e sindacati sul futuro dei lavoratori di Termini Imerese, lo stabilimento che il gruppo automobilistico ha deciso di chiudere, e subito dopo l'annuncio che il gruppo Dr Motor di Massimo Di Risio prenderà il posto del Lingotto nell'impianto siciliano è polemica su alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato Sergio Marchionne.

Marchionne: "Lasciare l'Italia? Abbiamo attività in tutto il mondo" - "Siamo una multinazionale e abbiamo attività in tutto il mondo" ha risposto Marchionne a chi gli chiedeva se Fiat potrebbe lasciare l'Italia. Parole che hanno fatto pensare a una apertura sulla possibilità di lasciare il nostro Paese e che immediatamente hanno scatenato reazioni, con la Camusso che ha dichiarato: "Marchionne è come una bomba a orologeria, ogni volta che si fa un passo avanti riporta tutto indietro" e l'Idv che ha parlato di "maschera finalmente gettata".

Il Lingotto precisa: "Mai parlato di lasciare l'Italia" - In serata è allora arrivata la precisazione dal Lingotto: Sergio Marchionne "non ha mai parlato di lasciare l'Italia" si legge nella nota di Fiat. "Il dottor Marchionne - prosegue la nota -  rispondendo ad una domanda del giornalista di Radio 24 che conteneva  le parole 'lasciare l'Italia' ha testualmente affermato 'la Fiat è una multinazionale, gestiamo attività in tutte le parti del mondo, abbiamo attività economiche e industriali al di fuori dell'Italia.  Vendiamo macchine in Brasile, in Cina, in America e in Messico. La cosa importante è la sopravvivenza della Fiat che non può essere  messa in discussione. Ci abbiamo messo 8 anni per rimetterla in piedi, abbiamo creato un'alternativa con Chrysler e non possiamo metterla in dubbio. Chiunque pensa di condizionare la Fiat si sbaglia".

Intesa sulla mobilità incentivata - Intanto, Fiat e sindacati hanno firmato l'accordo sulla mobilità incentivata per 640 dei 1.569 lavoratori di Termini Imerese, lo stabilimento siciliano che il gruppo automobilistico ha deciso di chiudere. nella stessa giornata è arrivata anche l'intesa con il gruppo Dr Motor di Massimo Di Risio che prenderà il posto di Fiat nell'impianto siciliano.

Accordo Lingotto sindacati - L'intesa prevede per i 640 lavoratori prepensionabili nei prossimi sei anni, due anni di Cig e quattro di mobilità incentivata. Nel dettaglio l'incentivo massimo, per chi farà tutti e 4 gli anni di mobilità, è di 22.850 euro (460 per 48 mensilità) più l'indennità per il mancato preavviso e il premio fedeltà. 
L'operazione costerà alla Fiat circa 21,5 milioni.
Il governo ha dato garanzie che per i lavoratori prepensionabili rimarranno in vigore i criteri validi al momento in cui l'accordo viene siglato. Questo è stato uno degli scogli su cui il 30 novembre si era interrotto il confronto in attesa di un atto formale del Ministero del lavoro. I sindacati hanno voluto evitare che nel caso di nuovi e più severi criteri pensionistici i lavoratori in mobilità rimangano senza indennità e senza pensione.
Fiat farà partire la mobilità dal primo gennaio 2012.

Dr Motor e Termini Imerese  -
Il progetto messo a punto da Massimo Di Risio stabilisce l'avvio della produzione dal 2013 per andare a regime con 60.000 vetture annue nel 2017. Dr Motor dovrebbe riassorbire i 920 lavoratori ex Fiat non pensionabili in due anni. Lo stabilimento di Termini sarà ceduto da Fiat a Dr per 1 euro quando il piano occupazionale sarà totalmente risolto e tutti i lavoratori saranno assunti, cioè a fine 2013. Tutte le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto l'intesa sugli incentivi alla mobilità per 640 dipendenti.

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