Francia: tutti i numeri della legge contro la pirateria

Economia
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Oltre 18 milioni di segnalazioni hanno dato il via al primo ciclo della norma sul copyright. Ma solo 10 utenti hanno ricevuto il terzo avvertimento. A un anno dalla sperimentazione del “tre colpi e sei fuori”, il provvedimento suscita ancora critiche

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di Gabriele De Palma

Diciotto milioni di segnalazioni, da cui sono scaturite un milione di richieste di indirizzi IP, 470mila primi avvisi, 20mila secondi avvisi e solo 10 terzi e ultimi avvisi. Questi i primi risultati del provvedimento francese a tutela del copyright, meglio noto anche come “legge Hadopi” (dall'omonima Autorità pubblica istituita a suo presidio) o “legge dei tre colpi e sei fuori” (dato che dopo il terzo avvertimento per condivisione illegale l'utente rischia la disconnessione dal web per un mese).
Da quando è entrata in vigore, è la prima volta che si completa il ciclo dei tre avvertimenti. I numeri comunicati dall'Hadopi hanno generato discussioni sul merito e gli effetti della normativa, la prima nel suo genere a cui si sono successivamente ispirate anche le legislazioni inglese, sudcoreana e statunitense, seppur con alcune differenze.

A partire dalle 18 milioni di segnalazioni provenute da chi difende i diritti degli artisti, l'Autorità ha provveduto a richiedere solo un milione di indirizzi IP (il primo passo per poter identificare un utente). La discrasia è dovuta a due motivi: il primo è che molte segnalazioni facevano riferimento allo stesso utente; il secondo, come ha spiegato a Le Monde la presidente della commissione preposta a governare la procedura di avviso, è che il personale non è sufficiente a evadere tutte le segnalazioni.
Interessanti anche i dati sulle reazioni degli avvisati: al primo avvertimento – che viene inviato solo via email – hanno risposto solo in sette su cento, mentre al secondo – via email e raccomandata con ricevuta di ritorno – la percentuale raddoppia. Il contenuto delle risposte è prevalentemente una richiesta di delucidazioni.

Ora i dieci recidivi che hanno collezionato tre avvisi dovranno comparire dinanzi all'Autorità e spiegare i loro comportamenti online. Nel caso in cui l’Autorità decida che l’infrazione c’è stata, i casi verranno passati a un giudice che valuterà le sanzioni da comminare. Le alternative sono due: millecinquecento euro di multa o la disconnessione dal web.

Tra le dieci persone arrivate al terzo avviso c'è anche un professore liceale di Economia, Robert Thollot, che si proclama innocente (non saprebbe nemmeno come fare a condividere file con i software peer-to-peer). Assistito dall'organizzazione di consulenza legale SOS Hadopi ha ora intenzione di portare il proprio caso fino alla Corte Europea di Giustizia. Sembra infatti che Thollot sia vittima di un errore di attribuzione dell'indirizzo IP da parte del fornitore di connettività. A un più accurato controllo l'indirizzo corrisponderebbe a un utente della banlieue parigina, mentre il professore risiede nella Loira. E così non c’è voluto molto tempo perché su Facebook nascesse una pagina a sostegno di Thollot, dove vengono pubblicati messaggi di solidarietà e alcuni video realizzati dagli utenti.

Mentre l'Autorità continua a difendere la bontà del meccanismo di avviso e interpreta i numeri come un successo dell'azione deterrente, continuano le proteste contro la legge, di cui vengono messi in dubbio l'efficacia e i costi per la collettività. Una stima precisa dei soldi spesi per istituire l'Autorità e per mantenerla non è ancora stata fatta, ma il solo bilancio fino alla fine del 2010 era di dodici milioni di euro, raccomandate escluse, a fronte di un incasso dalle sanzioni finora pari a zero.

Prosegue anche il percorso del progetto di legge alternativo alla Hadopi, proposto e sostenuto dai socialisti – e in particolare da Martine Aubry – che prevede l'istituzione di un sistema di licenze collettive incluse o meno nell'abbonamento internet a risarcimento dei detentori dei diritti d'autore. Il pagamento avverrebbe tramite una sottoscrizione il cui ammontare è previsto tra i 2 e i 5 euro al mese. Il progetto fa parte del programma dei socialisti per le presidenziali del 2012.


Ascolta la testimonianza di Robert Thollot

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