Pietre d’inciampo, i sampietrini che ricordano le vittime della Shoah

Cronaca
L'artista tedesco Gunter Demnig durante un'installazione delle pietre d'inciampo nell'antico ghetto ebraico di Venezia nel gennaio 2014 (archivio Ansa)
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I piccoli cubi (10x10 cm) in ottone vengono installati sulla superficie stradale per ricordare le vittime delle deportazioni naziste. L’iniziativa è partita da un’artista tedesco e si è diffusa in buona parte dell'Europa

Sono oltre 50mila in tutta Europa e ognuna di esse ricorda una vittima delle deportazioni nei lager nazisti. Sono le pietre d’inciampo, simili a sampietrini ma ricoperte di ottone lucente con sopra incisi i nomi di coloro che furono sterminati durante la Shoah. In tedesco la pietra d’inciampo si chiama Stolpersteine. Perché è stato proprio un artista tedesco Gunter Demnig a ideare l’iniziativa e a installare a Colonia, per la prima volta negli anni Novanta, questi cubi della memoria. Sulla faccia del mattoncino (10x10 cm) visibile sulla superficie stradale, si leggono nome e cognome, età, data di deportazione e quando nota, la data di morte. “L’inciampo - si legge sul sito del Mibac - non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità”. Eppure spesso le pietre d’inciampo sono state rubate negli ultimi anni. L’ultimo caso riguarda il furto di via Madonna dei Monti. Ma già nel gennaio 2012 i primi Stolpersteine vennero divelti da ignoti pochi giorni dopo l’installazione al Ghetto della capitale.

Dove si trovano

Partita dalla Germania, l’idea di Demnig si è poi diffusa in buona parte dell’Europa: oltre all’Italia si trovano in oltre 1.800 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria. In Italia, le prime pietre di inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Brescia, Genova, Chieti, Gorizia, L’Aquila, Livorno, Meina, Merano, Novara, Ostuni, Prato, Premolo, Ravenna, Reggio Emilia, Siena, Stresa, Teramo, Torino, Venezia, Viterbo. Nel 2017 sono state installate anche a Milano.

Le pietre d’inciampo a Roma

A Roma sono oltre 200 e si trovano tra Prati, San Giovanni, la zona del Ghetto tra via Gallia, via Po, via Cava Aurelia, viale Giulio Cesare e via della Reginella. Nella Capitale, Memorie d'inciampo è posto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma. Curato da Adachiara Zevi, il progetto si avvale di un Comitato scientifico e organizzativo. Il sito web Arte in Memoria , documenta interamente le precedenti edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimoni.

Come nasce l’idea

L'idea di Demnig, documentata in un sito, risale al 1993 quando l'artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All'obiezione di un'anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l'artista decide di dedicare tutto il suo lavoro alla ricerca e alla testimonianza dell'esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, militari, rom, omosessuali, testimoni di Geova, disabili. Demnig sceglie il marciapiede davanti alla casa in cui hanno vissuto i deportati e vi installa altrettante pietre d'inciampo. Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private. Il costo di ognuno di essi, compresa l'installazione, si aggira attorno ai 120 euro. Sono spesso familiari o amici dei deportati a rivolgersi alle associazioni che si occupano dell’iniziativa per chiedere l’installazione di una pietra d’inciampo.

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