Cos'è il centro Baobab, la tendopoli per migranti sgomberata a Roma

Cronaca
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La struttura è gestita da una delle associazioni storiche dell'accoglienza ai migranti nella Capitale. Attiva dal 2015, offre sostegno, assistenza e cure. Dopo una serie di sgomberi, l'ultimo presidio si trovava nel piazzale Maslax, vicino alla stazione Tiburtina

Il centro Baobab è una delle realtà più note a Roma per l’accoglienza dei migranti. Nato da volontari e semplici cittadini nel 2015, attivo per anni in una struttura in via Cupa, è stato oggetto negli ultimi tre anni di 18 sgomberi, l’ultimo dei quali il 13 novembre. L'ultimo luogo allestito per l’accoglienza dei migranti era una tendopoli situata alle spalle della stazione Tiburtina, nel piazzale che l'associazione ha chiamato Maslax. Baobab fornisce sostegno ai migranti in transito e la tendopoli era stata allestita dai volontari di Baobab Experience nell'autunno del 2016, prima a largo Spadolini e poi in via Gerardo Chiaromonte. L'insediamento raccoglie l'eredità del centro sociale Baobab che già dal 2004 era un punto di riferimento a Roma per l'accoglienza dei migranti (LO SPECIALE).

Come nasce Baobab

La sede originaria del centro sociale Baobab è stata per anni una struttura in via Cupa. È lì che, nel giugno 2015, un gruppo di volontari comincia a fornire sostegno ai migranti. Inizialmente riesce a dare cibo e vestiti a 200/500 persone al giorno. Il 6 dicembre 2015, arriva il primo sgombero: l'autorità giudiziaria dispone la chiusura di quello spazio in seguito a una decisione del Tar del Lazio che impone la restituzione dei locali occupati al proprietario dello stabile, la società immobiliare Tamarri. La struttura è finita nelle cronache giudiziarie nell'ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, perché al suo interno nel 2010 si era svolta una cena che vedeva tra gli invitati allo stesso tavolo l'ex ministro Giuliano Poletti (all'epoca presidente della Lega delle Cooperative), l'allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il ras delle Coop 29 Giugno, Salvatore Buzzi.

L’associazione Baobab tra sgomberi e accoglienza

A maggio 2016, un gruppo di volontari, privati cittadini e operatori sociali di Baobab, si costituiscono nell'associazione “Baobab Experience” e, in assenza di una sede, continuano a dare una prima accoglienza in via Cupa, in una tendopoli in strada nei pressi della stazione Tiburtina, supportati da associazioni mediche e legali e dalla rete costituita con attivisti dei diritti umanitari nazionali ed europei. Nel settembre 2016, arriva un altro sgombero e i migranti, costretti a sparpagliarsi per la città, trovano di nuovo rifugio a Piazzale Spadolini, sul lato Est della stazione Tiburtina. Il 27 aprile 2017, le forze dell’ordine eseguono lo sgombero anche di questo presidio. I migranti si ritrovano quindi in un parcheggio abbandonato alle spalle della stazione. I volontari di Baobab allestiscono un nuovo campo ma, nel giugno 2017, c'è un nuovo sgombero. L'associazione denuncia: "È stato distrutto tutto ciò che c’è al presidio". Baobab Experience trova un nuovo presidio in via Gerardo Chiaromonte, in un'area chiamata "piazzale Maslax". In realtà, quest'ultimo, è un indirizzo che non esiste: lo spazio dove sorge la tendopoli prende il nome da un migrante somalo passato dal presidio, morto suicida a 19 anni a Pomezia, dove si trovava, ospitato in un Centro di accoglienza straordinario, dopo essere stato respinto dalla polizia belga. La tendopoli viene sgomberata il 13 novembre 2018

"Più di 70mila migranti transitati da noi" 

L'associazione riferisce che più di 70 mila persone sono passate dai loro campi, allestiti con mezzi donati dalla cittadinanza, ricevendo cure mediche, cibo, una sistemazione per la notte e assistenza legale. E specifica che si tratta di "donne, uomini e bambini in transito verso altri Paesi europei o richiedenti asilo in Italia, che a Roma, dopo viaggi estenuanti in cui rischiano dalle torture alla morte, sono costretti ad aspettare circa un mese e mezzo in strada prima di poter accedere alle pratiche legali". Secondo Baobab, il 95% dei migranti accolti dalla struttura non vuole restare in Italia ma recarsi soprattutto in Nord Europa.

Lo scontro con Salvini

Nell'agosto 2018, l'associazione ha denunciato il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, per "istigazione all'odio razziale". Salvini ha replicato con queste parole: "La mia colpa? Aver scritto su Facebook: Andate via!". A ottobre una donna slovacca di 38 anni ha poi denunciato di essere stata stuprata all'interno di una tenda dell'insediamento da un ventenne tunisino, a cui è stato ordinato il divieto di residenza nel Comune di Roma, che ha ammesso i fatti parlando però di rapporto consenziente. La circostanza ha portato a una riunione del Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza durante la quale si è iniziato a parlare dello sgombero della tendopoli.

Negli scorsi giorni offerte sistemazioni a circa 200 migranti

A inizio novembre, il Campidoglio, in previsione dello sgombero, ha avviato il censimento degli ospiti del campo, circa 200, per poi offrire loro posti letto in strutture di accoglienza. Finora sono 55 le persone che avrebbero già accettato sistemazioni alternative, mentre il 13 novembre i tecnici della Sala operativa sociale hanno proposto una sistemazione anche agli altri migranti presenti nella tendopoli. A Roma manca un hub per i transitanti, migranti che approdati in città vogliono ripartire verso altre destinazioni, spesso all'estero. Una interlocuzione tra Ferrovie dello Stato e Campidoglio aveva portato nel 2015 a individuare nel Ferrhotel di Tiburtina, un vecchio albergo per ferrovieri ormai dismesso, lo spazio da allestire per questo scopo. Il progetto però non è mai decollato.

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