Migranti, Meloni: "Fino a 30 anni carcere a scafisti, ripristiniamo decreti flussi"

Cronaca

Il governo si è riunito nel luogo simbolo della tragedia dello scorso 26 febbraio, su cui dice: "Non accetto accuse di esserci voltati dall'altra parte". In conferenza stampa: "In Italia non conviene entrare illegalmente". Nel testo approvato pene più aspre per gli scafisti (fino a 30 anni di reclusione) e norme per rendere le espulsioni più efficaci. Ma anche la semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia

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Il ripristino dei decreto flussi, pene più severe per gli scafisti (fino a 30 anni, nei casi più gravi) e procedure snellite per l’ingresso legale in Italia. Tutto nell'unico decreto che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri sull'immigrazione che si è tenuto oggi nel palazzo del Comune di Cutro. Obiettivo: "Fermare la tratta di essere umani", ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa insieme ai due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello dell'Interno Matteo Piantedosi, quello dell'Agricoltura Lollobrigida e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Meloni ha sottolineato la "politica di maggiore fermezza" alla base del decreto, soprattutto contro chi traffica i migranti. E, ribadendo ancora una volta che la gestione dell'immigrazione non può essere una problematica solo italiana (ma europea), lancia un messaggio: "In Italia non conviene entrare illegalmente, pagare gli scafisti e rischiare di morire". Nel testo anche misure contro il caporalato, sanzioni per i Centri migranti non conformi e il potenziamento delle strutture per i rimpatri. In una nota uscita dopo il Cdm, Meloni fa sapere che inviterà nelle prossime ore i familiari delle vittime della tragedia (LE NORME DEL DECRETOMIGRANTI: LO SPECIALE - I SOPRAVVISSUTI - UNO SCAFISTA TRA LE VITTIME).

"A Cutro abbiamo fatto tutto quello che potevamo"

Ancora una volta, sul naufragio a Cutro, Meloni ha voluto ribadire "noi non abbiamo potuto fare di più di quello che abbiamo fatto e abbiamo assistito a una tragedia". Non sono mancate polemiche con i giornalisti. Riferendosi alle critiche dei media sulla gestione del governo: "Ma qualcuno pensa davvero che il governo e le istituzioni potessero fare qualcosa di diverso? No, e allora, se la risposta è 'No', qualcuno deve correggere i titoli", ha detto Meloni. E ancora: "In questo momento ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane, voi parlate, giustamente, di un caso in cui non siamo riusciti, ma nessuno si occupa degli altri. Se qualcuno lo dice o lo lascia intendere, che le istituzioni si girano dall'altra parte, è molto grave non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni".

"Reato di traffico diventa universale: cercheremo gli scafisti anche fuori Italia"

La norma principale del decreto, ha spiegato Meloni, è proprio quella che riguarda i reati legati alla tratta delle persone. “Si introduce una nuova fattispecie di reato per chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione”, ha detto. Novità del sistema penale è che “il reato verrà perseguito dall'Italia anche se commesso al di fuori dei confini nazionali”. Chi si rende responsabile di lesioni gravi o morte, quindi, “è perseguibile per un reato che consideriamo universale". L’obiettivo: “Non colpire solo chi sta sui barconi ma anche i trafficanti: "vogliamo cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo". Sulla lotta ai trafficanti, Meloni spera di trovare la collaborazione di altri Paesi con accordi bilaterali: “Più tu mi aiuti a combattere la tratta e uniformi la tua giurisdizione alla mia, più io ricambio lo sforzo coi flussi legali, per consentire a persone di entrare legalmente”, ha spiegato.

Citizens protest against the extraordinary Council of Ministers that is being held in the council chamber in relation to the shipwreck of Cutro, (Crotone, South Italy), 9 March 2023. In the disaster of 26 February, 72 migrants died. ANSA/CARMELO IMBESI

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Verso l'abolizione della protezione speciale

Viene poi nuovamente ristretta la protezione speciale, una fattispecie che Meloni dice essersi “allargata a dismisura”. L'intento del governo è “abolirla e sostituirla con una norma di buonsenso che corrisponda alla normativa europea di riferimento". E ancora: nel decreto entrano “norme sulla semplificazione delle procedure di espulsione, per il potenziamento dei centri di permanenza finalizzati al rimpatrio, per intervenire nei casi di gestione opaca dei centri per migranti".

"Quote riservate a chi proviene da Paesi che collaborano con l'Italia"

La premier ha poi annunciato che Roma "riserverà delle quote di accesso ai lavoratori che provengono dai Paesi che collaborano con l'Italia" e ha parlato della necessità di fare un lavoro di "comunicazione direttamente nei paesi da dove partono i migranti per dare un quadro preciso della situazione".

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Il Consiglio dei ministri a Cutro e le proteste

La squadra di governo è arrivata poco prima delle 16 nella cittadina calabrese, in provincia di Crotone, simbolo della tragedia in cui, lo scorso 26 febbraio, sono morte oltre 70 persone. Sui muri della città sono apparse scritte di protesta contro l'esecutivo. "Benvenuti nel nulla", si legge in un caso. "Cutro non difende Piantedosi", recitava un altro messaggio poi cancellato. "Not in my name" - "Non a nome mio" - è quello che è scritto invece sui cartelli che un gruppo di manifestanti ha sollevato all'arrivo dei ministri. Verso le auto con a bordo gli esponenti del governo i manifestanti hanno urlato "vergogna" e hanno lanciato diversi pupazzi di pelouche. 

La targa per le vittime

Nella sede del Comune di Cutro, Meloni ha scoperto una targa in ricordo delle vittime. "L'Italia onora la memoria delle vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, si unisce al dolore delle loro famiglie e dei loro cari. Il governo rinnova il suo massimo impegno per contrastare la tratta di esseri umani, per tutelare la dignità delle persone e per salvare le vite umane", si legge sulla targa, davanti alla quale Meloni ha deposto una corona. Riportate anche le parole di Papa Francesco del 5 marzo: "I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti!".

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