Il presidente Manageritalia e Cida ospite di e-Venti. “I principali dubbi sono stati chiariti dal decreto, ora si tratta di applicare in maniera coerente nelle diversissime condizioni di lavoro questa regola”, ha detto. I costi dei controlli, ha ribadito, saranno a carico delle aziende. Ma ha chiesto che ci sia la possibilità di “memorizzare la data di scadenza del certificato e non controllarlo tutti i giorni”
Mario Mantovani, presidente Manageritalia e Cida, è stato ospite di Sky TG24 per parlare di Green pass, dopo la decisione del governo di renderlo obbligatorio sui luoghi di lavoro, pubblici e privati, dal prossimo 15 ottobre (LE REGOLE). Mantovani, intervistato da Giovanna Pancheri durante e-Venti, ha risposto a domande su come avverranno i controlli sul certificato verde all’interno delle aziende, su chi dovrà sostenere i costi e sulle conseguenze per chi si rifiuterà di presentarlo.
Green pass, Mantovani: “Dubbi sono stati chiariti dal decreto”
“I principali dubbi sono stati chiariti dal decreto, ora si tratta di applicare in maniera coerente nelle diversissime condizioni di lavoro questa regola che è comune per tutti ed è anche alla fine sufficientemente comune per il settore pubblico e privato”, ha detto Mantovani. Ha ribadito che “i costi di controllo del green pass saranno a carico delle aziende”. Mentre sull’organizzazione ha spiegato: “Sarà ragionevolmente simile a quelle di altre norme che prevedono dei controlli sul posto di lavoro, ad esempio i controlli sul divieto di fumo: c’è una persona preposta in ciascuna struttura, in alcuni casi addirittura per piano, che ha questo tipo di compito. Immaginiamo quindi che nella catena delle responsabilità ci siano persone incaricate di verificare l’applicazione della normativa sul Green pass”.
vedi anche
Vaccini, effetto Green pass: dopo l’estensione crescono prenotazioni
“Superare l’incertezza sul tema privacy”
Mantovani ha però sottolineato come, sui controlli, “dal punto di vista pratico le differenze sono enormi, dal piccolo negozio a una torre di uffici”. “Dove ci sono dei sistemi di controllo automatico l’operazione è self service e relativamente semplice; dove invece questo non è possibile, controllare decine e decine di persone che entrano allo stesso orario è molto difficile”, ha spiegato. E ha ribadito come sia “complicato fare controlli giornalieri, che sarebbero onerosi e in molti casi impossibili”. Per questo, ha detto, “chiediamo di superare l’incertezza sul tema privacy per poter memorizzare la data di scadenza del Green pass e non controllarlo tutti i giorni”. “Di dati sensibili se ne gestiscono già tanti nelle aziende, sarebbe solo uno in più”, ha dichiarato.
approfondimento
Green Pass obbligatorio sul lavoro, multe fino a 1.500 euro: le regole
Prevedere la “possibilità di sottoscrivere dei contratti di sostituzione”
Mantovani ha anche auspicato che per lo smart working prevalgano “le ragioni organizzative e di equità”, per non riservare il lavoro agile a chi non ha il Green pass a scapito di chi ce l’ha e può entrare negli uffici. Inoltre, visto che non si può licenziare chi non ha il certificato verde, ha chiesto di prevedere non solo la sospensione del lavoratore, ma anche la “possibilità di sottoscrivere dei contratti di sostituzione fino alla fine dell’emergenza”.