Live In Firenze, l'intervista al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi

Cronaca

Le sfide della scuola in un periodo particolarmente difficile come quello della pandemia da Covid 19. Due anni complicati per gli studenti e il personale. Ne abbiamo parlato con il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, ospite di Massimo Leoni

Le sfide della scuola in un periodo particolarmente difficile come quello della pandemia da Covid 19. Due anni complicati per gli studenti e il personale, lo sa bene il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi che ne ha parlato a Live In a Firenze ospite di Massimo Leoni.

 

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“Al G20 dell’istruzione ci siamo resi conto che bisogna riportare la scuola al centro delle politiche, al centro dell’attività del governo e all'attenzione delle comunità locali” Rivendica con orgoglio la fondamentale importanza del lavoro che gli è toccato da qualche mese il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi. Intervistato da Massimo Leoni, il ministro è un interlocutore ideale per Skytg24 Live in, perché nella due giorni di Firenze si parla di futuro. E la scuola, lo ha ribadito Bianchi, è il futuro della comunità nazionale e del mondo intero.  “Scuola ed educazione sono centrali in ogni processo di sviluppo”, afferma convinto.

In Italia, però, quando si parla di scuola il paese ha un brivido. È la paura che, a settembre, si debbano affrontare problemi antichi: l’insufficienza del corpo docente, la numerosità delle classi, il precariato. E quelli relativamente nuovi, portati dalla pandemia: la presenza, il distanziamento, la sicurezza. Lo spettro ancora della dad.

“Intanto chiariamo una volta di più che la dad ha sostituito l’assenza, non la presenza. Senza la didattica a distanza, la scuola sarebbe sparita per molti mesi”, dice Bianchi. E poi, “il termine classi pollaio io lo trovo offensivo un po' per tutti e comunque il tema riguarda una parte importante ma definita delle nostre classi” - spiega Bianchi a Skytg24 Live in - “noi abbiamo un altro problema: abbiamo difficoltà in alcuni Paesi a formare classi di prima elementare perché' non abbiamo più i bambini, abbiamo il dramma del calo demografico e se in un Paese di montagna, ad esempio, non c’è più la scuola poi le famiglie se ne vanno. Qui noi stiamo intervenendo in maniera chirurgica".

E sulla pandemia? A che punto saremo a settembre? "Ha ragione Draghi, non diciamo che la pandemia è finita, è troppo presto – si accalora il ministro – “abbiamo visto che in altri Paesi ci sono state varianti, ci vuole cautela, cautela per la tutela dei nostri ragazzi. Noi” - assicura comunque Bianchi facendo riferimento anche al nodo dei trasporti – “abbiamo lavorato moltissimo per mettere in sicurezza le scuole e lo faremo. Abbiamo bisogno di personale aggiuntivo però abbiamo anche il problema di che cosa viene prima e che cosa viene dopo, per questo lavoriamo moltissimo con enti locali, province, regioni e voglio ringraziare anche i prefetti. Non io ma migliaia di persone stanno lavorando con questi obiettivi”. Un’ultima domanda per il ministro: come ha vissuto la nota della diplomazia vaticana sul ddl Zan e le preoccupazioni espresse per la libertà di pensiero e di istruzione delle scuole parificate? “Io credo in maniera molto chiara che il Parlamento è sovrano, è la base della nostra democrazia. Credo che sia legittimo che la Santa Sede esprima la sua posizione, le scuole paritarie sono scuole integrate e c’è la necessità di affrontare questi temi che sono i temi di una società che è cambiata. Non vedo un problema di libertà di pensiero, penso che la questione” – chiude Bianchi – “vada affrontata nel rispetto reciproco.

 

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Chi è Patrizio Bianchi

Professore ordinario di Economia applicata all’Università di Ferrara e titolare della cattedra Unesco “Educazione, Crescita ed Eguaglianza”. È stato rettore dell’Università di Ferrara fino al 2010 e presidente della Fondazione della Conferenza dei rettori delle università italiane.

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