
Venezia sembra deserta, non ci sono i piccioni a piazza San Marco e le gondole sono ferme. Così c'è più tempo per incontrare i veneziani che hanno voglia di raccontare la loro storia ed è più facile notare i loro posti: dalle botteghe artigiane ai bacari. E soprattutto, l'acqua
di Roberta Giuili

Piazza San Marco è vuota. I piccioni non ci sono più perché non ci sono i turisti che gli danno da mangiare. Ma la notte è facile vedere security e attrezzature perché le produzioni pubblicitarie o cinematografiche approfittano di questo deserto della città per girare spot o pellicole.

Sono anni che Paolo fa questo mestiere: navigare la laguna avanti e indietro con il vaporetto. «Venezia così non l'avevo mai vista», dice, mentre attracca all'ennesima fermata sull'acqua senza che alcun passeggero salga. Il vaporetto, che è l'unico mezzo di trasporto per i cittadini, è pieno solo verso le 18, quando tutti i lavoratori veneziani tornano alle loro case, lontane dal costoso centro della loro città.

Un sostituto gondoliere. Sta aspettando di prendere la licenza per poter avere la sua gondola e nel frattempo dovrebbe sostituire un gondoliere più anziano. Ma in questo momento è difficile che si sposti dalla terraferma perché non passa nessun turista che voglia fare un giro in gondola.

La libreria "Acqua Alta" è un'istituzione di Venezia. Vende volumi usati e ora, come tutte le attività commerciali della città, sta soffrendo la mancanza di arrivi. Non solo dall'estero, ma anche dai comuni vicini.

Uno dei molti artisti che si incontrano per le strade di Venezia, che espongono le loro opere in attesa di chi tornerà a guardarle.