Un anno fa il crollo della scala mobile alla stazione di Repubblica nella metro di Roma

Cronaca

24 i feriti, quasi tutti tifosi del Cska di Mosca. Dalle indagini sono emerse responsabilità dei dipendenti di Metroroma e Atac per mancanze nella manutenzione. Oggi Repubblica è aperta, ma la scala ancora “in riparazione”. E i disagi riguardano anche altre fermate

È passato un anno dal crollo di una delle scale mobili nella stazione metro Repubblica, sulla linea A, a Roma. Era il 23 ottobre 2018 quando 24 persone sono rimaste ferite nell'incidente. All’inizio si è parlato di un sovraccarico generato dalla pressione dei tifosi del Cska di Mosca, che si stavano dirigendo allo stadio a vedere la partita contro la Roma. Ma nel corso delle indagini sono emerse responsabilità dei dipendenti di Metroroma e Atac per mancanze nella manutenzione dell’impianto, con diverse accuse e interdizioni dal lavoro. La fermata Repubblica è stata riaperta a fine giugno 2019, dopo 8 mesi, ma ancora oggi quella scala mobile è chiusa e risulta "in riparazione". E i problemi alle scale mobili si sono allargati anche ad altre stazioni: al momento, due fermate della metropolitana A sono bloccate per interventi agli impianti, mentre quotidianamente si registrano diverse interruzioni e sulla linea B chiusure anticipate.

La dinamica dell’incidente

Il 23 ottobre 2018 allo stadio Olimpico di Roma è fissata una partita di Champions League tra i giallorossi e il Cska Mosca. Molti russi arrivano nella Capitale per assistere alla competizione: dal centro devono prendere la metro A per poi cambiare e arrivare con un altro mezzo fino allo stadio. Un gruppo di tifosi imbocca la stazione di Repubblica per dirigersi all’Olimpico. Affollano una delle scale mobili, qualcuno racconta di averli visti saltare cantando cori dedicati alla loro squadra, altri smentiscono. Un video postato su Twitter da uno dei russi mostra la scala mobile che cede sotto il peso dei tifosi, iniziando a far scendere giù velocissimi i gradini. Le persone si ammassano l’una sull’altra a valle, c’è chi resta incastrato tra le scale e chi rimane intrappolato nella calca, qualcuno si butta nella parte centrale delle scale mobili per sfuggire alla caduta. Alla fine si contano 24 feriti, di cui uno in codice rosso con un piede semiamputato.

I primi interventi

Sul posto intervengono i vigili del fuoco, la polizia e il 118. La scala è integra per più di metà, mentre nella parte bassa una decina di gradini sono accartocciati l'uno sull'altro. Attorno ci sono bottiglie di birra e pezzi di vetro. Le prime ipotesi sembrano legate a un danno prodotto dagli stessi tifosi che, saltando, avrebbero fatto cedere le scale, anche se dai video non risulta. Atac si affretta a precisare la propria estraneità: "I controlli e la manutenzione delle scale mobili della metropolitana di Roma all'interno delle stazioni vengono fatte con cadenza mensile. E ciò ha interessato anche la stazione di Repubblica". La procura di Roma apre un’inchiesta e anche l’azienda apre un’indagine interna. Sul luogo dell’incidente arriva anche il sindaco di Roma Virginia Raggi: "Siamo qui per capire cosa è successo – spiega – e siamo a disposizione dei feriti e delle famiglie".

Stazione chiusa per otto mesi

Tra indagini e lavori in corso la stazione metro Repubblica resta chiusa per 8 mesi, la riapertura viene annunciata il 25 giugno 2019 da Atac con questa nota: "Si sono conclusi con esito positivo i collaudi delle scale mobili oggetto d'intervento. Nel corso della giornata saranno completate le operazioni di messa in sicurezza e pulizia della stazione che riaprirà a inizio servizio di domattina alle 5,30". Il 25 giugno anche Raggi comunica la riapertura con un tweet: "La stazione Repubblica della metro A riaprirà domani mattina in sicurezza. Ci scusiamo per i disagi che cittadini e commercianti hanno dovuto affrontare in questi mesi a causa dei lavori straordinari di manutenzione". Tuttavia le scale mobili accessibili sono solo quattro su sei. Mancano all’appello proprio quelle dell’incidente del 23 ottobre.

Il primo bilancio dell’inchiesta

A settembre scorso, a 11 mesi dall’accaduto, c'è il primo bilancio dell’inchiesta della procura di Roma con la squadra mobile e il commissariato Viminale. Oltre a cercare di stabilire le cause dell’incidente del 23 ottobre, si indaga in generale sulla gestione della metro di Roma, visto soprattutto un altro episodio simile avvenuto il 21 marzo 2019, con un guasto alla scala mobile numero 330 della stazione Barberini. Ci sono 11 indagati e un’ordinanza con effetto immediato sospende quattro dipendenti. Il gip Massimo Di Lauro contesta i reati di frode nelle pubbliche forniture e lesioni colpose aggravate a Renato D'Amico, direttore di esercizio Atac delle linee metropolitane A e B; Ettore Bucci, dipendente Atac con la funzione di responsabile unico del procedimento relativo all'appalto a favore della società Metroroma scarl; Alessandro Galeotti, dipendente Atac con la funzione di responsabile di esercizio degli impianti di traslazione per le stazioni Repubblica e Barberini; Giuseppe Ottuso, responsabile tecnico preposto e amministratore unico di Metroroma scarl.

Mancata manutenzione dell’impianto

Gli inquirenti individuano le responsabilità in Atac e in Metroroma scarl, che avrebbe dovuto effettuare la manutenzione dell’impianto. Dalle indagini emerge una "mancata effettuazione delle manutenzioni, ovvero la loro incompleta esecuzione, oltre che, in alcuni casi, la dolosa manomissione di dispositivi di sicurezza degli impianti di traslazione". Una situazione che avrebbe reso "concreto lo stato di pericolo per l'incolumità pubblica in relazione a svariate stazioni della metropolitana della Capitale". La scala mobile dunque non avrebbe ceduto a causa dei tifosi, ma per l’incuria dell’impianto.

Le intercettazioni

A far discutere ci sono anche le parole di Renato D’Amico, colto da un’intercettazione mentre minimizzava la gravità di questi incidenti legati alle scale mobili: "Se famo il calcolo delle probabilità – dice il direttore Atac – su settecento ne sarebbero venute giù tre o quattro". Parole sottolineate dal giudice Di Lauro: "A D'Amico non interessa affatto l'eventualità che su quelle tre o quattro scale ci siano sopra persone – scrive il gip -, per lui è solo una questione di numeri percentuali. Ma ci si consenta di osservare che saranno pure tre o quattro scale quelle che possono rompersi, ma se c'è qualcuno sopra rischia di farsi male per davvero".

Virginia Raggi: "Chi ha sbagliato pagherà"

Intanto Virginia Raggi, che ha tolto la gestione della manutenzione a Metroroma scarl, saluta con soddisfazione i primi esiti dell’indagine: "Ringrazio la procura. Abbiamo fatto bene a interrompere il contratto di manutenzione con la ditta privata. Chi ha sbagliato finalmente pagherà". Più cauto il presidente Atac Paolo Simioni, che attende che sia il processo a stabilire le responsabilità dei soggetti coinvolti: "Ho piena fiducia nella magistratura. Al momento non è il caso di aggiungere altro".

Le stazioni metro ancora bloccate

A oggi gli utenti continuano a segnalare svariate scale mobili fuori servizio sulle metro A, B e C della Capitale. Per riaprire la stazione di Repubblica ci sono voluti 8 mesi, ma altre fermate della linea A sono chiuse. Continua a rimanere chiusa la fermata Barberini, per la cui riapertura, già rimandata diverse volte, bisognerà aspettare almeno fino al prossimo dicembre. Recente invece la chiusura della fermata Baldo degli Ubaldi (sempre sulla linea A), che resterà bloccata per almeno 3 mesi proprio a causa di lavori di revisione di tutti gli impianti di scale mobili e ascensori. Non se la passa meglio la metro B, che fino al 7 dicembre continuerà a subire interruzioni e chiusura anticipata, per i lavori di annessione della metro C (per il cui collegamento alla fermata Colosseo bisognerà aspettare fino al 2021).

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