Chico Forti detenuto in Florida da 20 anni, il governatore Trentino scrive a Mattarella

Cronaca
Una foto di Chico Forti degli anni '90 (Wikimedia Commons)

In occasione della visita negli Usa del capo dello Stato, il presidente della regione Trentino scrive un appello affinché nel viaggio si parli anche del caso Forti. L'uomo, iin carcere con una condanna all'ergastolo per omicidio, si è sempre dichiarato innocente

Obietttivo: parlare del caso Chico Forti, detenuto da oltre 20 in Florida con l'accusa di omicidio e che si è sempre dichiarato innocente. Questo l'appello che il presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige-Suedtirol, Roberto Paccher, ha chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'occasione è la visita negli Usa del capo dello Stato. 

L'appello a Mattarella

Paccher - riferisce una nota - ha voluto scrivere personalmente al presidente della Repubblica per portare l'attenzione sul caso:  "Conoscendo la Sua squisita sensibilità, mi permetto avanzare la richiesta di un Suo interessamento diretto o del Suo entourage nei confronti dell'amministrazione statunitense al fine di ottenere quantomeno il rimpatrio del nostro connazionale, pur mantenendo lo stato di detenzione, al fine di consentire ai famigliari una presenza ed una frequenza certamente più assidua, anche in considerazione dell'età avanzata degli stessi".

Chi è Chico Forti

Enrico "Chico" Forti, velista trentino di alto livello con sei partecipazioni ai Mondiali di windsurf prima di diventare imprenditore televisivo, nel 2000 è stato condannato negli Stati Uniti all’ergastolo senza condizionale per omicidio. Sta scontando la sua pena in un carcere della Florida, ma si è sempre dichiarato innocente e vittima di un errore giudiziario. La vittima dell’omicidio è Dale Pike, ucciso il 15 febbraio del 1998 in una spiaggia di Miami con due colpi di pistola alla nuca. I due stavano trattando l’acquisto da parte di Forti di un hotel di proprietà del padre di Pike, ma l’ex velista sarebbe stato in realtà vittima di una truffa. Proprio la tentata truffa, secondo l’accusa durante il processo per l’omicidio, sarebbe stata il movente di Forti per uccidere Pike. Secondo il movimento di opinione che in Italia chiede la revisione del processo, la condanna, però, è stata pronunciata in assenza di prove e dell’arma del delitto.

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