Maria Falcone sul no di Strasburgo all'ergastolo ostativo: "Azzera anni di lotta ai boss"

Cronaca

La sorella di Giovanni Falcone si dice "preoccupata" per la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo sulla riforma della legge che impedisce la concessione di benefici per i detenuti condannati al carcere a vita se non collaborano con la giustizia

Maria Falcone è "preoccupata" per la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'ergastolo ostativo. Strasburgo ha stabilito che l’Italia deve riformare la legge che impedisce la concessione di benefici per i detenuti condannati al carcere a vita, soprattutto mafiosi e terroristi, se non collaborano con la giustizia. "Significa azzerare anni di lotta ai boss", spiega in un’intervista a La Stampa la sorella di Giovanni Falcone, ucciso con la moglie e la scorta nel 1992 a Capaci.

Falcone: "Norme messe in discussione furono introdotte dopo Capaci"

Maria Falcone sottolinea anche come "le norme dell'ordinamento italiano ora messe in discussione furono introdotte dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, un momento tragico per un Paese che ha dovuto fare i conti con una criminalità organizzata che ha caratteristiche di unicità, rispetto alle organizzazioni criminali estere". La sorella del giudice poi aggiunge: "In nessun altro Stato d'Europa tanti uomini delle istituzioni hanno pagato con la vita il loro impegno contro le mafie e noi, in Sicilia e non solo, abbiamo vissuto anni di vera e propria guerra".

"Contro la criminalità organizzata si può agire solo dall'interno"

Per Falcone, inoltre, "l'automatismo previsto dall'ergastolo ostativo, il subordinare la concessione dei benefici solo a chi recide i legami con i clan e dà un contributo reale al lavoro degli inquirenti, deriva dalla natura peculiare della criminalità organizzata, una particolarità che abbiamo imparato a conoscere in anni di violenze, morti, terrore e sopraffazione". Per lei, l’ergastolo ostativo è servito proprio "a scardinare un'organizzazione che si era considerata granitica e contro la quale si può agire solo attraverso conoscenze dall'interno".

L'appello alla politica per una soluzione

Poi un appello alla politica, "perché si trovi una soluzione che non vanifichi anni di lotta alla mafia e che sappia contemperare i diritti con la sicurezza dei cittadini". E per quello che riguarda il 41 bis, la sorella di Giovanni Falcone avverte ancora: "Far accedere i mafiosi che scontano l'ergastolo al 41 bis ai benefici carcerari significherebbe azzerare anni di lotta alla mafia, tornare indietro".

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