Giustizia, sciopero di 5 giorni degli avvocati penalisti contro riforma della prescrizione

Cronaca

Stop proclamato dall'Unione delle Camere penali per protestare contro la sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, che entra in vigore l’1 gennaio 2020. I penalisti parlano di principio “aberrante” e “disastroso allungamento dei tempi dei processi”

Gli avvocati penalisti ribadiscono la loro contrarietà alla riforma della prescrizione che entrerà in vigore a partire dal 2020. In segno di protesta, sciopereranno per cinque giorni: dal 21 al 25 ottobre.

Sciopero proclamato dall'Unione delle Camere penali

Lo sciopero è stato proclamato dall'Unione delle Camere penali contro lo stop della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, che entrerà in vigore il primo gennaio dell'anno prossimo. I penalisti protesteranno di fatto per un'intera settimana, non solo disertando le udienze ma anche astenendosi "da ogni attività giudiziaria". L'annuncio dello sciopero arriva nei giorni in cui si discute della riforma della Giustizia, uno dei temi su cui il ministro Alfonso Bonafede deve trovare l'accordo pieno con i dem, alleati di governo. La riforma, comunque, non dovrebbe andare a cambiare la nuova norma sulla prescrizione. "Il ministro della Giustizia ha pubblicamente dichiarato che nessun intervento è previsto su quella norma, mentre il Partito Democratico ha formulato, sul punto, riserve assai blande", hanno sottolineato i penalisti. Poi hanno attaccato: "L'entrata a regime di un simile, aberrante principio determinerebbe un disastroso allungamento dei tempi dei processi, giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione". Infine, hanno lanciato l’allarme: così "il cittadino resterà in balia della giustizia penale per un tempo indefinito".

Lo stop alla prescrizione

La misura che non piace ai penalisti fa parte del ddl anticorruzione, uno dei provvedimenti bandiera del Movimento 5 Stelle fortemente voluto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede durante il primo governo Conte: dopo un percorso accidentato, è diventato legge il 18 dicembre, quando ha incassato il terzo e ultimo via libera da parte della Camera. Tra le novità del ddl anticorruzione c'è proprio lo stop alla prescrizione: dopo la sentenza di primo grado scatta la sospensione. Un emendamento promesso dal ministro Bonafede al Comitato dei familiari delle vittime delle stragi italiane. Dopo una dura polemica con la Lega (il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno aveva parlato di “una bomba atomica” nel processo), i due partiti ex alleati di governo avevano trovato la quadra: il nuovo sistema, così, entra in vigore dall'1 gennaio 2020. Già allora c'erano state le proteste dei penalisti, che hanno parlato di un tentativo di "restaurazione giustizialista del processo penale".

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