Inchiesta Tangenti, Lara Comi indagata per finanziamento illecito. Lei: "Accusa assurda"

Cronaca

L’europarlamentare di Forza Italia iscritta nel registro degli indagati nell'inchiesta a Milano. Una società di cui fa parte ha ricevuto fatture per 31mila euro da Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, anche lui indagato, per una consulenza contestata

Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, è indagata per finanziamento illecito nella maxi inchiesta della Dda di Milano. Nella stessa inchiesta, che otto giorni fa ha portato a 43 misure cautelari, oggi è emerso che anche Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e presidente dell'azienda Officine Meccaniche Rezzatesi con sede nel Bresciano, è indagato per lo stesso reato. Comi respinge l'accusa definendola "assurda": "Io continuerò a fare campagna elettorale", afferma l'europarlamentare di Fi. Anche la difesa di Comi replica: "La consulenza era regolare e non c'è stato alcun finanziamento illecito", dice l'avvocato Gian Piero Biancolella.

Le accuse a Comi

L'europarlamentare Comi, anche candidata per le prossime elezioni europee, è accusata di aver ricevuto, lo scorso gennaio, un finanziamento illecito da 31mila euro da Bonometti, anche lui indagato per questo fatto. A Bonometti, in particolare, la Procura contesta delle fatture, emesse da Omr holding (la società di cui l'industriale è presidente), e relative al versamento di quei soldi alla società Premium consulting srl, tra i cui soci figura Lara Comi. Quei 31mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbero stati versati in due tranche da circa 15mila euro. Stando a quanto ricostruito dai pm, l'industriale avrebbe versato quei soldi formalmente per una consulenza, sotto forma di acquisto di una tesi di laurea reperibile anche online, e quel denaro, invece sarebbe andato a finanziare illecitamente Comi.

La consulenza al centro dell'indagine 

Un normale elaborato di laurea, titolato "Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè", risalente al 2015, si trovava come tanti altri online ed era firmato dal legittimo autore, un laureando che è completamente estraneo a tutta questa vicenda. Secondo i pm questo testo sarebbe stato usato per giustificare formalmente la consulenza "mascherandola" e usando la tesi come materiale.

Il presunto coinvolgimento dell’europarlamentare

Il nome dell'europarlamentare era già emerso negli atti della maxi indagine su un sistema di corruzione, appalti pilotati e finanziamenti illeciti. I pm, come si leggeva nella richiesta di custodia cautelare a carico di 43 persone, tra cui i due esponenti di FI Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, stanno indagando anche su un altro episodio: "contratti di consulenza" ottenuti, attraverso Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di FI a Varese, da "una società riconducibile a Lara Comi". Contratti di consulenza "da parte dell'ente Afol città metropolitana" per un "totale di 38.000 euro” (INDAGATO ANCHE FONTANA).

Bonometti indagato

Da quanto emerso, a Bonometti, che ieri per ore è stato sentito come persona informata sui fatti, la Procura milanese contesta le fatture da 31mila euro. Secondo le accuse, Bonometti avrebbe finanziato due studi per l'espansione in Europa dei mercati. Marco Bonometti ha negato che la fattura sia un finanziamento al partito. Lo ha detto durante l'interrogatorio con i magistrati di Milano che hanno sospeso l'esame quando, secondo l'accusa, stava emergendo l'ipotesi di finanziamento illecito ai partiti. Bonometti avrebbe spiegato di aver sostenuto economicamente diverse campagne elettorali senza farne mistero.

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