Maratona di Trieste, dietrofront dopo le polemiche: atleti africani potranno partecipare

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

L'annuncio dei promotori aveva fatto discutere: "Basta mercimoni, sportivi sfruttati a scapito della loro dignità". Ma poi è arrivata la smentita: "Una provocazione che ha colto nel segno. Inviteremo tutti a partecipare"

È polemica sul Trieste Running Festival che si terrà nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia dal 3 al 5 maggio prossimo: "Nessun atleta africano correrà la mezza maratona", avevano annunciato i promotori della gara, sottolineando di voler dare "uno stop al mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati". Poi il chiarimento: "Dopo avere lanciato una provocazione che ha colto nel segno, richiamando grande attenzione su un tema etico fondamentale, contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani", ha annunciato in una nota il patron del Festival, Fabio Carini. In giornata, l'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, aveva smentito su Facebook: "Non è stata vietata l'iscrizione a nessuno. Anche un atleta africano, anche keniano, può partecipare e vincere. Se vuole venire qua si porta anche a casa il premio in denaro". Sul caso era intervenuto anche il  Pd che ha accusato l'organizzazione di “discriminazione" e di essere “arrivati alle epurazioni” nello sport. Mentre il sottosegretario con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, aveva spiegato: "Sbagliato escludere gli atleti africani, non è così che si risolvono i problemi. Ma il malessere esploso a Trieste nasconde l'ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un'indagine interna". 

L'annuncio dell'esclusione

L'annuncio dell'esclusione degli atleti africani era arrivato da Fabio Carini, presidente dell'organizzazione Apd Miramar: "Basta mercimoni - aveva affermato -. Quest'anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop al mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati". In Italia, "troppi organizzatori subiscono le pressioni di manager poco seri che sfruttano questi atleti e li propongono a costi bassissimi e questo va a scapito della loro dignità - perché molto spesso non intascano niente e non vengono trattati con la giusta dignità di atleti e di esseri umani - ma anche a discapito di atleti italiani ed europei, che non possono essere ingaggiati perché hanno costi di mercato". E alle critiche Carini aveva risposto: "Hanno preso una cantonata mostruosa. Ora, è il momento che da questa Trieste, città multiculturale, si dica basta allo sport che non è etico". "Il nostro obiettivo è che questo non rimanga un fatto isolato ma che si cambi le regole", la conclusione.

Roberti: "Noi tirati in ballo, valutiamo querele"

Intanto, l'assessore Roberti aveva spiegato su Facebook: "Nessuno, né la Regione, né il Comune, né la Miramar ha deciso di escludere gli atleti africani". Anzi, aveva rincarato l'assessore, "la Miramar ha semplicemente detto di non volere dare più soldi a manager che sfruttano gli atleti". "Le istituzioni - sostiene Roberti, che chiede "di lasciar lo sport dalla politica" - non vanno tirate in ballo". "Chi attacca la Regione danneggia l'immagine del Friuli Venezia Giulia e della città di Trieste e del Comune. Siamo stati tirati in ballo come se noi avessimo deciso qualcosa. Stiamo valutando delle querele. E suggerirei anche agli organizzatori di valutare queste ipotesi", aveva concluso.

Il Pd: “Siamo arrivati alle epurazioni”

La scelta di escludere dai nastri di partenza i corridori africani aveva provocato le dure reazioni del Partito democratico. "A Trieste siamo arrivati alle epurazioni nello sport: ultima follia di un estremismo che sta impregnando e snaturando la città, sulla quale i più alti rappresentanti politici e istituzionali hanno messo la faccia. Fatto grave e indegno", aveva commentato Isabella De Monte, eurodeputata Pd e ricandidata al Parlamento europeo. Mentre il segretario regionale dei dem, Cristiano Shaurli ha avvertito: "La nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport".

Le reazioni di sport e Asgi

Anche nel mondo dello sport non sono mancate le reazioni. Pagliara, segretario generale della Federazione italiana atletica leggera, aveva fatto sapere di aver chiesto alla sezione Fvg una relazione sull'accaduto, mentre la Procura Federale della Federazione avrebbe aperto un fascicolo sulla decisione degli organizzatori giuliani. Intanto, l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) ha evidenziato come le norme del diritto sportivo e quelle dello stesso regolamento della gara non consentano discriminazioni fondate direttamente sulla nazionalità, né sull'elemento etnico-razziale. E ha inviato all'associazione organizzatrice una diffida a cessare il comportamento discriminatorio, preannunciando esposti alla Federazione di atletica leggera, al Coni, all'Unar (l'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio). Inoltre Asgi si era riservata di avviare un'azione giudiziaria antidiscriminazione presso il tribunale competente, chiedendo una sanzione in linea con quanto previsto dalle norme antidiscriminatorie italiane ed europee.

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