Colpo alla 'ndrangheta, azzerata cosca nel Vibonese: oltre 30 arresti in tutta Italia

Cronaca

Il clan dei "Piscopisani" spacciava anche a Palermo e voleva spodestare i Mancuso. La Polizia ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere in diverse città tra cui Bologna e Milano. Arrestata anche la madre di un boss che prendeva ordini dal figlio detenuto

Azzerata la cosa dei "Piscopisani", che controllava il territorio di Vibo Valentia grazie a una rete di spaccio che arrivava fino a Palermo. Un clan in ascesa che, nel tentativo di subentrare a quello dei Mancuso nel controllo delle attività illecite non soltanto nel Vibonese ma in tutto il territorio nazionale, aveva impiantato una base operativa delle sue attività criminali perfino a Bologna.

Oltre 30 arresti

Sono 31 le persone a carico delle quali la Polizia di Stato di Vibo Valentia, in un'operazione ribattezzata "Rimpiazzo", ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere: sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini sono state condotte in collaborazione con la Questura di Catanzaro, con il Servizio centrale operativo e con il coordinamento dalla Procura antimafia di Catanzaro. "Grazie alle nostre forze dell'ordine e agli inquirenti, operazioni di questo tipo mandano un segnale preciso ai clan: c'è tolleranza zero, lo Stato è più forte di voi", ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Il video della "sorella d'omertà"

Tra le decine di arresti c’è anche Fortuna Immacolata, 61 anni, mamma del boss del clan dei Piscopisani Fiorillo Rosario. La donna è accusata di concorso esterno in associazione mafiosa per il suo ruolo attivo di messaggera del clan: la “sorella d’omertà” portava agli associati i messaggi del figlio rinchiuso in carcere, come documentato in questo video

Un clan in ascesa, che spacciava anche a Palermo

I "Piscopisani", considerati responsabili di una lunga serie di delitti nella frazione vibonese - Psicopio - da cui prendono il nome, avevano l'ambizione di competere con la cosca Mancuso di Limbadi, una delle più agguerrite del panorama mafioso calabrese, egemone sulla provincia vibonese. Il tentativo dei "Piscopisani" di spodestrare i Mancuso è stato anche la causa di uno scontro tra i due gruppi che provocò alcuni omicidi. Gli uomini del questore Andrea Grassi, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, sono riusciti a ricostruire l'organigramma del clan, inquadrando ruoli e funzioni. Di particolare rilievo investigativo, il fatto che l'organizzazione riuscisse a piazzare cocaina a Palermo, a dimostrazione del ruolo ormai predominante che la 'ndrangheta svolge nel trattare grossi quantitativi di droga a livello internazionale, rifornendo anche territori dove sono presenti altre mafie. A Bologna nelle settimane scorse erano state sequestrate armi che sarebbero state nella disponibilità dei "Piscopisani" e che confermano le mire espansionistiche del gruppo criminale.

L’operazione da Nord a Sud

Nell'operazione sono impiegati oltre 200 poliziotti a Vibo Valentia e altri nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L'Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano e Udine. Tra le accuse a carico delle persone coinvolte anche estorsione, danneggiamento e rapina, aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

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