Autobus sequestrato a Milano, l'autista: "Volevo usare i bambini solo come scudo"

Cronaca

“Volevo prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo”. Così ha raccontato Ouesseynou Sy. “L’avevo in mente per dare un segnale all'Africa, perché gli africani restino là così e non ci siano morti in mare”. Si valuta la perizia psichiatrica

"Questa cosa l'avevo in mente da un po', per dare un segnale. L'ho fatto per dare un segnale all'Africa, perché gli africani restino in Africa e così non ci siano morti in mare". Parla di un gesto premeditato, dal carcere di San Vittore,  Ousseynou Sy (CHI È), l'uomo arrestato ieri dopo aver sequestrato e dato fuoco ad un bus su cui viaggiava una scolaresca. "Volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo", ha raccontato a chi lo ha incontrato in carcere. L'uomo ha più volte ribadito che non voleva fare loro del male, come sembrerebbe emergere anche dal contenuto della telefonata che Sy ha avuto con i carabinieri durante il sequestro. "Sulla pista di Linate non voglio vedere nessuno nell'arco di due chilometri, ci sono solo bambini qua e non sparate al pullman, è tutto gasolio", le parole dette dall’uomo che, dopo aver strappato di mano il cellulare all'insegnante che aveva chiamato le forze dell'ordine, continuava a ripetere ai militari “non sparate”. Il suo difensore chiederà per Sy una perizia psichiatrica: "È doveroso - ha spiegato l'avvocato Davide Lacchini - a fronte dell'enormità del gesto e su questo anche la Procura concorda". 

(LE FOTO - IL BUS IN FIAMME - LA TELEFONATA AL 112 - LE TESTIMONIANZE DEI RAGAZZI - LA FUGA DEI RAGAZZI)

"L'ho fatto per non far venire africani in Europa"

Sy ha detto di essere un "panafricanista" e ha spiegato di sperare anche nella vittoria delle destre in Europa "così non faranno venire gli africani". La sua idea, espressa in carcere a San Vittore secondo quanto riporta Ansa, è che l'Africa sia stata colonizzata e che l'Europa di approfitti dell'Africa mettendo governi che fanno comodo all'Occidente, ed è per questo che gli africani sono costretti ad emigrare. Invece "gli africani - ha sottolineato, a quanto riferito - devono restare in Africa ed è l'Occidente che non lo consente" (La telefonata del sequestratore ai carabinieri: "Non sparate, è pieno di gasolio". AUDIO).

Sorvegliato a vista

L’autista 47enne questa mattina è stato trasferito ed è sorvegliato a vista nel reparto protetti del carcere di San Vittore, quello per i detenuti che non possono stare insieme ad altri come i pentiti, sex offenders, coloro che hanno compiuto reati contro donne e bambini e tra gli altri anche gli ex appartenenti alle forze dell'ordine. Sy, subito dopo l'arresto, era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, poi ieri sera è arrivato in carcere e ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. In mattinata invece ha avuto il colloquio con lo psicologo della casa circondariale in centro a Milano e appare tranquillo.

Chi è l’autista

Ousseynou Sy (CHI È) è un 47enne di origini senegalesi e ha la cittadinanza italiana dal 2004, ottenuta dopo aver sposato una donna italiana, da cui poi si è separato. Alle sue spalle ha una condanna definitiva a un anno con pena sospesa per violenza sessuale del 2018 e precedenti per guida in stato di ebbrezza: episodi risalenti al 2004 e al 2006. Questi precedenti non gli hanno impedito di lavorare per la ditta Autoguidovie di Crema (dove risiede) per almeno 15 anni. Ha iniziato a lavorare come addetto alle pulizie per poi diventare conducente dei mezzi (L'IRONIA DI TRUMP JR. SULL'EPISODIO).

Le accuse e l’aggravante terroristica

Ai danni di Sy sono contestati i reati di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza con l'aggravante del terrorismo (IL LEGALE: NON FAREMO RICORSO). "L'intento stragista era partito”, ha detto il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco. Intanto il Viminale valuta la possibilità di revocargli la cittadinanza italiana. Secondo le testimonianze, prima di appiccare il fuoco, Sy avrebbe minacciato di volerla "fare finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo”. Nell'interrogatorio davanti ai pm l’uomo ha detto che il caso della nave Mare Jonio è stato "l'episodio scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Quindi ha motivato dicendo di essere "esasperato dall'attuale situazione migratoria”. Poi ha cercato di sminuire la sua azione dicendo che "non voleva fare male a nessuno e voleva arrivare a Linate e da lì prendere un aereo e scappare in Senegal” (IL RACCONTO DEI SOCCORRITORI).

Sy si mise in malattia con patente sospesa

Dalle indagini della procura di Milano, Ouesseynou Sy si mise in malattia alcuni anni fa quando gli venne sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza e, dunque, la società per cui già lavorava all'epoca, la Autoguidovie, non seppe nulla di quell’episodio. Intanto investigatori e inquirenti stanno cercando di acquisire il video-manifesto postato dall'uomo sul suo canale privato di una piattaforma web e inviato ai suoi conoscenti in Italia e in Senegal. Nel filmato l'uomo spiegava le ragioni del suo 'gesto eclatante' contro le politiche migratorie italiane. Del video aveva parlato lo stesso Sy nel corso dell'interrogatorio davanti ai pm ieri sera.

La mattinata di terrore

Ieri mattina verso le 11, Sy ha caricato su un bus di Autoguidovie 51 studenti della scuola media Vailatti di Crema più due adulti, per riportarli in classe dopo l’ora di ginnastica. L’autista ha deviato il percorso e sequestrato l’autobus, dicendo di voler raggiungere l’aeroporto di Linate e minacciando i passeggeri (LA TESTIMONIANZA). Alcuni di loro sono stati legati e Sy ha continuato a minacciare tutti con un coltello cospargendo il mezzo di benzina. Ha ritirato i cellulari degli studenti ma uno di loro è riuscito a lanciare l’allarme con una telefonata (IL PADRE DEL RAGAZZO: "ORA CITTADINANZA A MIO FIGLIO"). Sulla Paullese il mezzo viene intercettato dai carabinieri e bloccato. I militari rompono i vetri sul retro del bus e aiutano gli studenti a uscire mentre Sy appicca il fuoco. I ragazzi scappano e sono tutti illesi. L’autista viene arrestato (IL RACCONTO DEI SOCCORRITORI).

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