Lanciano, rapina in villa: arrestati tre uomini. Stavano per fuggire

Cronaca
La villa e le vittime della rapina, i coniugi Martelli: Carlo, medico in pensione, e la moglie Niva

Tre rumeni sono stati fermati con l’accusa di far parte della banda che domenica all’alba ha assaltato un’abitazione ferendo una coppia di coniugi. "Ora non vedo l'ora di tornare a casa" ha dichiarato Carlo Martelli dall'ospedale. Si cerca il capobanda italiano

Sono scattati i primi tre arresti per la vicenda della rapina ai coniugi Martelli a Lanciano: in manette sono finiti tre romeni, che stavano per partire con l'auto usata per l'assalto alla villa di Carlo Martelli e Niva Bazzan. Avevano addosso circa 3.400 euro. "La notizia mi rende più sereno e mi restituisce una maggiore tranquillità nel rientrare a casa. Adesso davvero non vedo l'ora" ha detto Martelli che oggi è stato dimesso dall'ospedale.

Fondamentale la testimonianza di un'altra vittima

La svolta nella serata di martedì quando è stata registrata una testimonianza fondamentale, quella di un uomo che è stato vittima della banda nei mesi scorsi. "Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci, tutto combacia: il capo forse è un pugliese, e gli altri sono dell'Est Europa". Il commerciante ha ricordato il pestaggio subito nella sua villa a Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano. Brutali analogie con l'assalto fatto a Carlo Martelli e sua moglie Niva Bazzan, mutilata all'orecchio destro (pestaggi e mutilazioni tra i precedenti della banda). Gli arrestati sono due fratelli e un cugino, di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Continuano le indagini

L'indagine non è chiusa: si cerca un quarto uomo, italiano, presumibilmente il capobanda. Stando alla testimonianza di Domenico Iezzi, il 73enne commerciante a cui i banditi a marzo scorso hanno tagliato un dito con un coltello, il malvimente avrebbe accento pugliese. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Chieti e dal commissariato di Lanciano, nelle ultime ore affiancati dagli specialisti del servizio centrale operativo, sono partite proprio analizzando il metodo d'azione utilizzato dalla gang per quella rapina e per altre avvenute in zona. 

Testimone: forse potrei riconoscerli

Iezzi ha dichiarato anche che sarebbe in grado di riconoscerli: "Mentre era lì a gonfiarmi di botte pieno di sangue uno di loro ha alzato leggermente il passamontagna, e mi ha urlato di non guardarlo: non so - conclude - forse, ce la potrei fare. Fatemi vedere qualche foto".

Due ore di terrore 

L'assalto dei banditi, uno solo dei quali ha parlato, e in italiano, secondo la testimonianza raccolta dalle vittime, è iniziato intorno alle 4 del mattino. La casa della coppia 69enne si trova in località Villa Carminello (MAPPA), proprio alle porte di Lanciano. I banditi, secondo le prime ipotesi investigative, sarebbero entrati da una grata, una sorta di boccaporto, calandosi da lì e finendo nella taverna sottostante la casa, da dove poi hanno avuto facile accesso alle stanze superiori. I coniugi sono stati presi di soprassalto durante il sonno, sono stati subito aggrediti, poi legati e tenuti in ostaggio per due ore. Ma era la cassaforte che cercavano, convinti di trovarla. Per questo hanno infierito sui coniugi. Alla donna è stato addirittura tagliato il lobo dell'orecchio destro, probabilmente con una roncola. Quando i banditi hanno lasciato la casa, intorno alle 6, Carlo Martelli, un medico chirurgo in pensione, è riuscito a liberarsi dalle fascette di plastica con cui era stato legato, a liberare la moglie e a dare l'allarme al fratello che vive nelle vicinanze. Il medico ha riportato un trauma cranico facciale, alla donna sono stati applicati dei punti di sutura.

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