Liliana Segre compie 88 anni: "Anche oggi l'indifferenza uccide"

Cronaca
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La senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, da quasi tre decenni è testimone della memoria: "Ritrovo verso i migranti la stessa indifferenza che colpì gli ebrei. Razzismo e antisemitismo non sono mai sopiti", afferma a 80 anni dalle leggi razziali

Compie 88 anni Liliana Segre, sopravvissuta dell'Olocausto e dallo scorso gennaio senatrice a vita. Ottant’anni fa, quando aveva appena 8 anni, dopo l'approvazione delle leggi razziali, fu costretta ad abbandonare la scuola elementare. Poi la deportazione ad Auschwitz, dove perse il padre e da cui venne liberata nel 1945. Liliana Segre ha rotto il silenzio solo dopo 45 anni: nel 1990 ha cominciato a raccontare la sua storia incontrando studenti e professori, e da allora non si è più fermata. Un ruolo di “araldo della memoria”, contro l’indifferenza e per il ricordo di quanto avvenuto, che non ha mai smesso di svolgere: "Questa indifferenza è la mia nemica personale. Io dico sempre ai ragazzi nelle scuole: non siate indifferenti, ascoltate la vostra coscienza. Anche adesso c'è l'indifferenza”.

Le leggi razziali e l'espulsione dalla scuola, "un sentimento che non si dimentica"

Segre ricorda anche le proprie sensazioni dopo l'approvazione delle leggi razziali in Italia, e la sua espulsione dalla scuola: "Sentirsi dire che si era stati espulsi è una cosa molto grave. Io chiesi subito: 'Ma perché? Che cosa ho fatto?'. Quando capii, con fatica, che ero stata espulsa perché ero di una religione diversa dalle mie compagne, ecco, quel sentimento dura per sempre, non si dimentica più".

"Ritrovo verso i migranti la stessa indifferenza che colpì gli ebrei"

"Ricordare è sempre importante", ha detto Liliana Segre dal festival del Cinema di Venezia dove è stato presentato il film "1938 - Diversi" di Giorgio Treves, che raccoglie la testimonianza della senatrice a vita, come quella di tante altre di persone che dalle leggi razziali ebbero la vita stravolta per sempre, oggi una generazione in estinzione. "Il razzismo e l'antisemitismo non sono mai sopiti”, prosegue Segre, “solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo”. La senatrice a vita ricorda anche i pericoli di certe derive che sempre più spesso finiscono nella cronaca di oggi: “È passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e il razzismo è tornato fuori così come l'indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei. Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, anche loro senza nome, e ne sento tutto il pericolo".

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