Migranti picchiati e insultati a Partinico a Ferragosto: 7 arresti

Cronaca
Un fermo immagine di un video dei carabinieri mostra l'operazione che ha portato all'arresto di 7 persone a Partinico (Ansa)

In carcere e ai domiciliari i presunti responsabili dell'aggressione avvenuta il 15 agosto a Partinico. Il gruppo è accusato di aver insultato, inseguito e picchiato i giovani stranieri mentre facevano rientro nel centro d'accoglienza che li ospita

Sette persone, tra cui due donne, sono state arrestate tra Alcamo e Partinico, su ordine del gip, per l'aggressione avvenuta la notte di Ferragosto sulla spiaggia di Ciammarita a Trappeto contro un gruppo di migranti che sono stati picchiati e insultati con frasi razziste. L'aggressione era poi continuata con l'inseguimento e lo speronamento del mezzo che stava riportando i giovani - cinque dei quali minorenni - nel centro di accoglienza a Partinico. Fra gli indagati, quattro sono stati sottoposti a misura cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari.

L'aggressione e l'inseguimento a Ferragosto

I sette arrestati sono stati individuati grazie alle indagini condotte dopo l’aggressione di Ferragosto e alla denuncia presentata il giorno successivo da sei giovani migranti di origine gambiana ospiti della comunità/alloggio "Mediterraneo" di Partinico e da un'educatrice dello stesso centro (LE AGGRESSIONI DEGLI ULTIMI MESI). Avevano raccontato di essere stati assaliti, senza alcun motivo, da un gruppo di italiani la sera del 15 agosto, mentre si trovavano a "Ciammarita" di Trappeto. In particolare, secondo quanto ricostruito, i giovani erano stati avvicinati nella zona della spiaggia di Trappeto e subito insultati e aggrediti con violenza, ma anche apostrofati con frasi a sfondo razziale.  Dopo essere riusciti a salire sul veicolo della loro comunità - che li attendeva vicino al luogo dell'aggressione per riportarli nella struttura - erano stati inseguiti in auto dai loro aggressori, fino al centro abitato di Partinico, dove erano stati raggiunti, bloccati e costretti a scendere dal veicolo, per poi essere nuovamente aggrediti con calci, pugni, bastoni e pietre. Urlando e puntando una pistola verso i ragazzi un aggressore avrebbe detto: "Scendete devo uccidervi tutti perché ho la pistola". 

Le accuse per i sette arrestati

Dopo l'aggressione, i migranti e l'educatrice della comunità avevano riportato ferite e contusioni, con prognosi tra i quattro e i venti giorni. Le sette persone arrestate sono ritenute responsabili - a vario titolo - dei reati di lesioni e violenza privata, aggravati dalla finalità dell'odio etnico e razziale.

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