Palermo, mafia “regista” del mercato ortofrutticolo: sequestri per 150 milioni

Cronaca
Il decreto di confisca è stato eseguito dal Centro operativo della Dia (archivio Ansa)

Cosa Nostra, tramite due imprenditori, gestiva il prezzo dei beni in vendita e controllava il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale

Le mani di Cosa Nostra sul mercato ortofrutticolo di Palermo. E quelle dello Stato su un impero da 150 milioni di euro ora sottoposto a sequestro. La Direzione investigativa antimafia del capoluogo siciliano ha infatti eseguito una confisca di tale valore agli imprenditori 61enni Angelo e Giuseppe Ingrassia, ritenuti contigui alla mafia.

Le indagini

Dopo il duro colpo già inferto alla mafia siciliana dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo lo scorso venerdì 10 agosto con la maxi-confisca di 400 milioni di euro a carico dell'ex deputato regionale Giuseppe Acanto, il Centro operativo Dia ha ora dato esecuzione a un nuovo decreto di confisca beni, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del locale Tribunale. Le indagini hanno accertato l'infiltrazione della criminalità organizzata nel mercato ortofrutticolo del capoluogo siciliano, sia direttamente sia attraverso prestanome, sotto l'influenza della potente cosca dell'Acquasanta capeggiata dai Galatolo. Gli Ingrassia, titolari di vari stand, avevano monopolizzato l'attività del mercato attraverso i servizi forniti dalla Cooperativa "Carovana Santa Rosalia", attiva nella compravendita di merce e in servizi come facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale da imballaggio.

“Regia occulta” sul mercato

Confiscati numerosi fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini, quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto e diversi rapporti bancari e finanziari. Giuseppe Ingrassia, inoltre, è stato ritenuto "socialmente pericoloso" e sottoposto alla sorveglianza speciale per 4 anni. Secondo gli inquirenti, tramite gli Ingrassia, Cosa Nostra era riuscita a imporre una vera e propria “regia occulta”, in grado di prestabilire il prezzo dei beni in vendita, di controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale e i principali centri di approvvigionamento, nonché di gestire le altre attività connesse al commercio interno, garantendo all'organizzazione criminale ingenti guadagni. A rafforzare il quadro delle accuse anche alcune ordinanze emesse precedentemente dal Gip di Napoli a carico di una serie di indagati, fra cui Gaetano Riina, fratello del padrino Totò, capaci di controllare il trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano verso i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria, Gela e Marsala.

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