Radiografie e scansioni 3D per studiare l'opera di Mantegna ritrovata

Cronaca
Gli esperti al lavoro sul quadro (video Humanitas)

Il dipinto La Resurrezione è stato a lungo considerato non originale. Recenti ricerche lo attribuiscono invece al pittore padovano. Ora Fondazione Accademia Carrara e Humanitas Gavazzeni procedono all'analisi con tecnologie all’avanguardia, in vista del restauro. VIDEO

Così come per un osso rotto, per studiare e restaurare una tavola di Andrea Mantegna si comincia con una radiografia. È così, utilizzando i metodi classici dell’analisi del corpo umano, che gli scienziati dell’Humanitas Gavazzeni stanno indagando le caratteristiche e i misteri della tavola “La Resurrezione”, risalente al 1492 e di recente attribuita al grande pittore veneto.

La radiografia

Secondo i ricercatori di Fondazione Accademia Carrara e Humanitas Gavazzeni, lo stato di conservazione del dipinto di Mantegna è difficile da stabilire e, per questo motivo, sono necessarie indagini che possano guidare i lavori di restauro dell’opera. Queste indagini, coordinate dal responsabile della Diagnostica per Immagini di Humanitas Gavazzeni, dottor Enzo Angeli, cominciano appunto da una radiografia. L’obiettivo è quello di indagare la tecnica utilizzata dal pittore, facendo emergere eventuali strati sottostanti o anomalie del legno (come chiodi, tagli o tarli). Grazie alla radiografia, sarà quindi possibile osservare in trasparenza la tavola e studiare, oltre alla base di legno, anche lo strato pittorico, il suo spessore e la composizione chimica. Un’indagine possibile grazie a tecnologie all’avanguardia che permettono di calibrare la dose di raggi da utilizzare sul dipinto.

Esami all’avanguardia: la ricostruzione 3D

Oltre alla radiografia, La Resurrezione verrà sottoposta anche a un altro esame: la tomografia computerizzata (TC). Questa tecnica (anch’essa in uso sui pazienti) consente di ottenere una ricostruzione 3D del soggetto/oggetto. In questo modo, si potranno verificare le irregolarità del legno e la presenza di eventuali parti metalliche, oltre a verificare possibili restauri precedenti.

L’attribuzione della tavola a Mantegna

Al centro della tavola, sul retro, si legge la scritta “Andrea Mantegna”, in una bella grafia tracciata a penna o con un sottile pennello. Nonostante questo, per molti anni, la tavola conservata nella collezione della fondazione bergamasca Accademia Carrara, è stata considerata un’opera di bottega, del figlio del maestro o una copia dell’originale. Recenti studi però, hanno attribuito la paternità dell’opera proprio al pittore padovano, datandola al 1492-1493 circa. La scoperta è stata possibile grazie ad una piccola croce presente sul margine inferiore del dipinto, segno di una parte mancante di opera. Varie ricerche hanno permesso , l’identificazione dell’altra porzione: si tratta della Discesa di Cristo al limbo, dipinto di Mantegna conservato in una collezione a Princeton.

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