Migranti, comandante Open Arms a Sky Tg24: in Spagna nessun insulto

Cronaca

Riccardo Gatti sulla scelta della Ong di sbarcare nei porti spagnoli e non in quelli italiani, da cui era arrivata l’autorizzazione:"Lì ci sembra che sia tutto molto più chiaro". E alle accuse di Salvini replica: "Non ho niente da dire"

"Dalla Spagna non riceviamo nessun insulto, nessun attacco, nessuno ci chiama vice-scafisti né mette in dubbio quello che stiamo facendo". Il comandante della nave Astral - Open Arms, Riccardo Gatti, spiega così, ai microfoni di Sky Tg24la scelta della Ong di sbarcare nei porti spagnoli piuttosto che in quelli italiani, da cui era arrivata l’autorizzazione. In territorio spagnolo "nessuno ci dà la responsabilità del flusso migratorio e nessuno cerca di mettere sempre in cattiva luce tutto ciò che stiamo facendo, omettendo la realtà dei fatti di quello che è successo, del coordinamento che abbiamo sempre ricevuto, della stretta collaborazione con la Guardia Costiera. Perciò abbiamo deciso di andare in Spagna, perché ci sembra che sia tutto molto più chiaro e che le cose vengano presentate ai cittadini in maniera molto più veritiera", prosegue Gatti (LO SPECIALE MIGRANTI).

Gatti: "Dell'Italia non ci si può fidare". Rotta verso la Spagna

"Dell'Italia non ci si può fidare. È come uscire in mare e non sapere come finirà. Certe mancanze, certe azioni, portano alla morte delle persone. Il bene e la vita delle persone devono essere sempre messe al centro". Sono le parole di Riccardo Gatti, comandante dell'Astral e capo missione di Open Arms, che aggiunge: "In mare le persone devono essere soccorse e devono essere messe al più presto in un porto sicuro. Questo in Italia non avviene”. Le parole del comandante arrivano dopo che i soccorritori dell’Ong sono stati impegnati nel salvataggio al largo della Libia di una donna e nel recupero di due cadaveri di un’altra donna e di un bambino. In merito all’autorizzazione di sbarcare nel nostro Paese, Gatti sottolinea: "Ci hanno assegnato il porto di Catania, guarda caso la città dove sono aperte tutte le indagini contro le Ong". Poi, sulle parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che li accusa di stare nascondendo qualcosa per la scelta di non sbarcare in Italia, Gatti ha detto: "Io non rispondo a Salvini perché non voglio cadere in questa dialettica che mi sembra proprio fuori luogo. Quello che vedo sempre è l’intenzione da parte di questi messaggi di metterci in connessione con il traffico di persone, con un business oscuro" (VIDEO).  

Da anni involuzione nei salvataggi

Il comandate ha poi commentato anche le parole del premier Giuseppe Conte, secondo cui è inaccettabile che una Ong incolpi il governo italiano per le morti in mare. "Ero a bordo quando le motovedette di Tripoli, donate dall’Italia, con equipaggi allenati e istruiti anche dall’Italia, ci hanno sparato, sequestrato, con l’accusa di essere trafficanti o con azioni di pura pirateria in acque internazionali. Sono anni che vediamo un’involuzione, dei passi indietro nel salvataggio in mare per delle scelte politiche che vengono anche dall’Italia". "Si sta cercando - ha proseguito - di passare la responsabilità dei salvataggi alla Libia e si sta facendo passare il discorso che si può riportare in Libia delle persone che scappano dalla Libia. Le fake news non vengono da noi ma da altra parte". E sulle differenze rilevate con la gestione del precedente governo, Gatti ha detto che quella "più grave è stata quella della pseudo chiusura dei porti, perché se si chiede a livello ufficiale se i porti sono chiusi la risposta è no, però l’autorizzazione per entrare nei porti non arriva e l’autorizzazione al porto di sbarco viene dettata dal ministero degli Interni, questa è la grande differenza".

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