Direttori stranieri dei musei: via libera del Consiglio di Stato

Cronaca
Palazzo Ducale a Mantova (Archivio Fotogramma)
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L'Adunanza Plenaria ha accolto il ricorso del ministero dei Beni Culturali: legittima la nomina di Peter Assman a direttore del Palazzo Ducale di Mantova. L’ex ministro Franceschini: "Vicenda definitivamente chiusa"

Il Consiglio di Stato dice sì ai direttori stranieri dei musei. L'Adunanza plenaria ha accolto il ricorso presentato in appello dal ministero dei Beni Culturali e, in riforma della sentenza di primo grado, ha respinto integralmente quello proposto da Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi, sovrintendente di Parma. Maiorca Strozzi aveva fatto ricorso contro la nomina dell’austriaco Peter Assmann a direttore del Palazzo Ducale di Mantova e di Martina Bagnoli a direttore della Galleria Estense di Modena. In prima istanza, il Tar del Lazio aveva dato ragione alla sovrintendente, ma il Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto. Si chiude così un caso iniziato nel maggio dello scorso anno, quando il Tar aveva annullato la nomina di cinque direttori di musei.

L’ex ministro Franceschini: “Vicenda definitivamente chiusa”

"Dopo anni di ricorsi e sentenze si chiude definitivamente la vicenda dei direttori stranieri nei musei con il via libera di oggi del Consiglio di Stato. Grazie a tutti i direttori italiani e stranieri che ora potranno continuare il loro lavoro straordinario". Lo scrive su Twitter l'ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

Risolto un contrasto giurisprudenziale

Il Consiglio di Stato ha dovuto risolvere un contrasto giurisprudenziale tra una sentenza dello stesso Consiglio di Stato, che apriva la direzione dei musei agli stranieri, e un regolamento che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”. Nella decisione di oggi, si riconosce la legittimità di nominare un cittadino non italiano, ma di Stato appartenente all'Unione europea, a direttore di un museo del nostro Paese. La sentenza in particolare stabilisce che "la normativa UE (articolo 45 del Trattato di Roma) non consente di escludere un cittadino dell'Unione europea da una selezione pubblica, a meno che non si tratti di una posizione caratterizzata dall'esercizio esclusivo o prevalente di poteri autoritativi (es. Magistrati, Militari, Forze di Polizia)".

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