"Spiagge libere", blitz Gdf su litorale laziale: arresti e sequestri

Cronaca
L'operazione "Spiagge libere" della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di 80mila articoli contraffatti (archivio ansa)
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Sigilli a 7 fabbriche clandestine, sequestrati 80mila articoli contraffatti, eseguite 5 misure cautelari. E' il bilancio dell'operazione condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma tra Ardea e Fregene

Due arresti, 3 obblighi di dimora, 7 fabbriche clandestine chiuse e 80 mila articoli sequestrati. E' il bilancio dell'operazione "Spiagge libere" che ha permesso ai finanzieri del Comando Provinciale di Roma di individuare tra Ardea e Fregene un gruppo composto da 8 persone specializzati nella vendita di calzature e capi d'abbigliamento contraffatti.

Merce contraffatta sul litorale laziale

Il gruppo aveva la gestione "estiva" del litorale laziale compreso tra Torvaianica, Ostia, Fiumicino e Fregene, dove distribuiva, a prezzi più che concorrenziali, false scarpe da ginnastica, t-shirt, camicie e polo con i marchi Hogan, Nike, Adidas, Fendi, Burberry, Prada e Michael Kors. Le Fiamme gialle di Fiumicino hanno complessivamente sequestrato 80 mila articoli stipati in 7 diversi siti occulti, tra cui fatiscenti laboratori clandestini e box di stoccaggio, azzerando le scorte di magazzino ed impedendo che la merce potesse invadere le spiagge laziali.

Pedinamenti e intercettazioni

Le indagini hanno permesso di fare piena luce sui singoli ruoli dei soggetti impegnati nella filiera del falso, anche grazie ad intercettazioni telefoniche, lunghi pedinamenti e osservazioni, partendo proprio dalla vendita attuata sulle spiagge, sino ad arrivare ai grossisti di origine magrebina che procuravano, in grandi quantità, gli articoli più di tendenza. Da un calcolo approssimativo, si stima che, se immessa sul mercato, la merce sequestrata avrebbe fruttato all'organizzazione oltre un milione e mezzo di euro.

Finte polo e sneakers

La vendita degli articoli doveva rispettare un rigido prezzario imposto dai promotori del gruppo che voleva evitare la "svendita" della merce e assicurare un mercato omogeneo a tutti i rivenditori. Ad esempio, nella collezione pirata, la finta polo Burberry non poteva essere ceduta a meno di 25 euro, le sneakers taroccate della Hogan, comprensive di sacchetto marcato, a non meno di 35. 

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