Caso Cucchi, carabiniere testimone: "Minacciato, governo mi ascolti"

Cronaca
Foto d'archivio

Il militare, che ha deposto nel processo contro cinque colleghi per la morte del geometra romano, dice su Facebook di esser stato anche demansionato e trasferito. Ilaria Cucchi: "Era necessario?". Il ministro della Difesa Trenta: "Disponibile a parlargli"

"Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze". Tra queste, anche quella di esser trasferito alla scuola di allievi ufficiali e demansionato "dopo essere stato per 20 anni in strada". A raccontarlo è Riccardo Casamassima, l'appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza ha fatto riaprire l'inchiesta sul decesso del geometra romano. In un video postato su Facebook l'uomo racconta anche di esser stato minacciato e si rivolge "ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte" perché lo ascoltino. E, proprio dopo l'appello, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha fatto sapere di essere "disponibile a parlare" con Casamassima. Il militare, il 15 maggio, nel corso del processo bis a cinque carabinieri coinvolti nella morte del giovane, aveva ribadito le accuse, già espressa nel 2015, nei confronti dei colleghi, per aver massacrato di botte il ragazzo.

Trenta: approfondire quanto detto nel video

Casamassima, ha spiegato Trenta, "ha chiesto di parlare con alcuni ministri, non ha citato il mio nome, ma sono io il ministro di riferimento e quindi lo farò volentieri". "Sicuramente ci sono dei fraintendimenti e quello che dice nel video va approfondito", ha spiegato il ministro che ha anche già parlato della questione con il comandante generale dell'Arma. Mentre sul trasferimento di cui si lamenta il carabiniere, Trenta ha precisato: "Non sono io che posso sospenderlo. Il trasferimento può essere stato deciso anche soltanto per tutelarlo. Questo lo dobbiamo approfondire" (VIDEO).

Casamassima: "Allontanato e demansionato"

Nel video sul suo account Facebook, Casamassima spiega: "Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio. Paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali. Sarò allontanato e demansionato e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. È scandaloso". Poi aggiunge: "Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato. Mi appello alle cariche dello Stato: è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo. Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale. Se non mi verranno date delle spiegazioni - aggiunge - sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere", dice. "Per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi 'poco esemplare e inadeguato al senso della disciplina'", conclude Casamassima.

Ilaria Cucchi: "Era proprio necessario?"

Il post di Casamassima ha provocato anche la reazione di Ilaria, sorella di Stefano Cucchi che, sempre su Facebook, scrive: "Il Carabiniere Riccardo Casamassima ha testimoniato così come lo ha fatto la Carabiniera Maria Rosati, oggi sua compagna e madre dei suoi figli. Furono loro a dare il via a questo processo per l'uccisione di Stefano Cucchi. Sono stati sentiti dopo che alcuni loro colleghi dissero di aver visto mio fratello estremamente sofferente dopo quel feroce pestaggio subito alla caserma della Casilina durante il foto segnalamento". Ilaria Cucchi prosegue raccontando che i due "sono stati sentiti dopo che alcuni loro colleghi avevano ammesso, davanti ai giudici, di essere stati convocati dai superiori, dopo la morte di mio fratello, per modificare le loro annotazioni".  E poi chiede: "Cari Generali Nistri e Mariuccia, era proprio necessario tutto questo, dopo quanto è emerso durante il processo sino ad ora?". Poi, rivolgendosi sempre ai vertice dell’Arma, scrive: "La prossima udienza dell'11 luglio dovranno sfilare di fronte ai Giudici tanti colleghi del povero Casamassima. Saranno ben consci di quel che gli è successo oggi. Ma d'altronde la Scuola Allievi aveva bisogno improcrastinabile di lui. Da più parti, dopo quanto sta emergendo al processo, ci viene raccomandata cautela e prudenza. Ci viene letteralmente detto di stare attenti". 

 

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